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Match Carlsen-Nakamura a Chess960

Ultima giornata ed Evento a Carlsen! 14-10 il risultato finale

Una competizione certo “non classica” che però non può non attrarre vista la presenza del Campione del Mondo Magnus Carlsen e di Hikaru Nakamura, che è ormai diventato il suo principale antagonista in competizioni di gioco veloce e da ora anche in una “variante” degli scacchi, appunto Fischer Random o Chess960, come ultimamente viene più spesso denominata. Fattore di non secondaria importanza è il montepremi, veramente consistente. Si gioca a Høvikodden, vicino ad Oslo, Norvegia, dal 9 al 13 febbraio.

 

carlsen-nakamura

Magnus Carlens vs. Hikaru Nakamura

 

Che cosa sono gli scacchi Fischer Random o Chess 960

In sintesi. Vengono disposti i pedoni nelle case usuali e gli altri pezzi del bianco a caso, rispettando le seguenti regole:
– gli alfieri devono essere uno su casa nera e uno su casa bianca
– le torri devono essere una alla destra e una alla sinistra del re
Un programma allestisce una delle 960 disposizioni legali (da qui il nome Chess960). Per il resto lo scopo del gioco coincide con quello degli scacchi classici.

Regolamento

Previste 16 partite, di cui otto a cadenza rapid 45′ x 40 mosse + 15′ per concludere, senza incremento, e otto ancora a cadenza rapid ma con 10′ a testa per l’intera partita, con incremento di 5″ a mossa. Il punteggio assegnato è di 2-1 per ogni partita vinta-pattata nella cadenza 45′, mentre 1-0,5 per ogni partita vinta-pattata nella cadenza 10′. In caso di parità al termine delle 16 partite si disputerà un Armageddon.

Montepremi

Complessivamente 1.500.000 Norske kroner (NKR), equivalenti a più di 150.000 Euro. Il vincitore godrà di 900.000 NKR, il perdente di 600 000 NKR.

Calendario

–          February 9 slow rapid games 1-2.
–          February 10 slow rapid games 3-4.
–          February 11 slow rapid games 5-6.
–          February 12 slow rapid games 7-8.
–          February 13 fast rapid games 1-8 (eventuale spareggio Armageddon).

Ogni giornata di gioco inizia alle ore 17.

fischer-ap

Un po’ di storia

La nascita ufficiale del Fischer Random risale a 19 giugno 1996, quando in Argentina Bobby Fischer presentò le regole dichiarando che “in questa nuova variante degli scacchi il talento è più importante della capacità di memorizzare la teoria delle aperture” e anche che “gli scacchi classici implicano uno studio molto duro e che lui era entrato negli scacchi per evitare il lavoro!” (scrive Eric van Reem sul sito Chessvariants). Fischer comunque non ha mai giocato la sua “variante” in competizioni con un minimo di ufficialità; le cronache dicono che l’abbia sperimentata in partite amichevoli soprattutto con le sorelle Polgar nel periodo (1993) della sua permanenza in Ungheria.

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Fischer al tempo della sua permanenza presso la famiglia Polgar

I campionati non ufficiali di Fischer Random iniziarono nel 2001 a Mainz, con la sfida tra Michael Adams (allora n° 4 al mondo) e Peter Leko (n° 7); vinse quest’ultimo (noto anche per aver vinto il primo torneo di Fischer Random in assoluto, quello di Vojvodina nell’estate del 1996) col minimo scarto; la cadenza fu impostata da subito come Rapid e questi furono i primi “Campioni del Mondo” Fischer Random:

chess960-winners

Dunque Nakamura è il Campione del Mondo in carica Chess960 anche se questo titolo non è riconosciuto dalla FIDE.
Dopo Mainz, il Chess960 prende piede anche sui servers online, dove si conquista una spazio piuttosto frequentato; ultimamente partite Chess960 sono sistematicamente giocate nei prestigiosi matches organizzati da Chess.com nella manifestazione SpeedChess, dove guardacaso i finalisti degli ultimi due anni sono stati proprio Carlsen e Nakamura.

logo

Sito ufficiale

60 Commenti a “Match Carlsen-Nakamura a Chess960”

  1. sinbad
    5 febbraio 2018 - 09:27

    ovviamente noi esseri normali potremo continuare a giocare a scacchi normali per 1 vita senza capirci nulla.

    Però, ai super livelli mondiali il gioco vero e proprio (il puro calcolo, la spremitura delle meningi per un tempo piuttosto lungo, ecc), si sta sempre più assottigliando, non trovate? Mi sembra ormai un territorio strettissimo, chiuso da una parte dalla mostruosa teoria dalle aperture (che quindi significa lavoro prepartita, tra l’altro con mostruoso aiuto dei secondi digitali) e chiuso dall’altra parte dalla ‘fase tecnica’ dei finali.

    Il punto è che, così continuando, noi normali potremo pure continuare a giocare, ma gli scacchi classici rischiano nei prossimi tempi di perdere il loro fascino ‘globale’ come “gioco del calcolo strategico per eccellenza”. Cosa che ha fatto la loro ‘fortuna’ storico-politica-mediatica per decenni (vedi proprio sfida fischer-spassky).
    Inoltre, non è tanto, a mio parere, l’aumento delle patte nel match mondiale che danneggia l’immagine degli scacchi come gioco strategico per eccellenza, ma il modo con cui ci si arriverà, con una quasi totale assenza della fase ‘puro calcolo’ (cioè ragionamento in una situazione ‘mediamente’ non così conosciuta e consueta per i 2 interpreti). 12 patte combattute come 2 boxeur che se le danno di santa ragione sono una cosa, 12 patte tra 2 bibliotecari sono un’altra. Bellissime tutte e due, ma il secondo tipo non avrebbe infiammato e appassionato quasi nessuno durante la guerra fredda, per intenderci).

    I 960, a questo punto, diventano sicuramente una ‘speranza’.
    L’introduzione in futuro, per esempio, di una fase di scacchi 960 nel match per il campionato del mondo potrebbe essere utile proprio per evitare che la pura capacità di calcolo-visualizzazione (e quindi anche creatività) non scompaia del tutto dal match mondiale (che è il momento di maggiore visibilità globale). Non vorrebbe dire che il campione non dovrà essere un superteorico delle aperture (dato che a scacchi classici ci deve saper giocare piuttosto bene), poi magari è giusto anche che sia molto veloce e intuitivo e dotato di un magazzino di schemi mostruoso (per giocare bene a blitz o simili), ma dovrà anche saper calcolare-visualizzare molto bene (per giocare a 960).

    Chissà cosa ne penserebbero Alekhine, Tal o Nezmetidinov di tutto ciò…

  2. sinbad
    5 febbraio 2018 - 10:06

    inoltre i 960 sono molto divertenti!!
    provare per credere

    va superato lo spaesamento iniziale, questo è sicuro

    tra l’altro, mi sembra che anche noi normali cominciamo a fare un po’ fatica se siamo obbligati a ‘pensare’ sin dalla 1-2-3^ mossa. La teoria delle aperture ha un fascino immenso, certo. E poi la sua conoscenza è un vantaggio a cui nessuno giustamente vuole o dovrebbe rinunciare. Però mi sembra che i detrattori del 960 si sentano a disagio proprio per la mancanza del gioco con il cervello attivato in “modalità teorica”.
    Che mi sembra, con tutte le mille sfumature che conosciamo, però un po’ diverso dalla modalità “ora-sono-del-tutto-fuori-dalla-mia-teoria-e-ahimè-devo-cominciare-a-ragionare-e-calcolare”.

    Non fraintendetemi, anche dal punto di vista dell’interesse che possono suscitare nei giornali o in un ragazzino, secondo me senza la teoria gli scacchi non sono scacchi. La teoria sono la storia degli scacchi. Anche solo quei nomi (est indiana, spagnola, muro di berlino…) fanno innamorare qualcuno (e lo fanno vincere…)
    Dall’altra parte, i blitz sono come una danza, o un match tra cassius clay e sugar ray leonard. Bellissimi anch’essi. Non voglio dire.

    però… io ho la sensazione che siamo quasi al limite…

    Per me è certo che senza il ‘calcolo ragionato, a fondo’, una lotta a fondo tra 2 menti
    con l’immagine dello stratega o del matematico che si spreme le meningi
    gli scacchi perdono molto molto fascino.

    E la possibilità che, così continuando, ci sarà una situazione in cui noi ci spremeremo le meningi ma i super campioni no, ha qualcosa che stride, qualcosa di non bello e poco fascinoso.

  3. Angelmann
    5 febbraio 2018 - 13:34

    La teoria delle aperture è una buona armatura (almeno apparente!), ci dà una sensazione di “sicurezza”, ci permette di entrare (o di cercare di entrare) in impianti che conosciamo discretamente anche come possibile impostazione strategica e successivo sviluppo del gioco, a volte facilita i nostri risultati, specialmente per chi ha un buon repertorio e una buona conoscenza complessiva. Per quanto si dica il contrario in termini di studio (finali, finali, ancora finali, poi mediogioco e tattica) credo che la gran parte della preparazione per molti sia proprio dedicata alle aperture (e agli impianti che ne derivano). Insieme alla normale posizione dei pezzi, ci fa sentire a casa, nel “nostro” gioco. E’ però, in parte, un limitatore di pensiero, proprio per lo spazio abnorme che assume, specialmente, a mio avviso, in fase formativa.
    Che ad altissimo livello il gioco classico cominci a mostrare qualche limite è vero, specialmente in termini di spettacolarità delle battaglie tra campioni. Spazio per giocare ovviamente ce n’è ancora, come dimostrano i migliori software, ma è uno spazio meno “romantico”, fatto più del trattamento sofisticato di piccoli squilibri e di finali (non sempre ben giocati anche per il tempo ridotto cui sono relegati).
    I 960 potrebbero avere uno spazio maggiore. Sono semplicemente scacchi senza teoria delle aperture ma con i criteri delle aperture che restano validi. Se venissero giocati di più, molto probabilmente si svilupperebbe uno studio maggiormente basato su impianti, su strutture pedonali, confinante con la teoria delle aperture ma maggiormente aperto al pensiero individuale.
    In qualche caso potrebbe capitare di rientrare in posizioni note alla teoria “classica” ma mi sembra più roba da GM.
    Credo che manchi l’organizzazione di tornei a cadenza classica, le rare volte che vengono proposti mi sembra si preferiscano soluzioni a tempo rapido. Avvalorarli in Italia sarebbe a mio avviso una scelta interessante, ci spingerebbe a lavorare di più su mediogioco e finali, cosa auspicabile per tutti e per i giovanissimi in particolare.
    E come già scritto, superata la prima impressione di “stranezza”, sono scacchi a tutti gli effetti, come li conosciamo.

  4. orcoisback
    9 febbraio 2018 - 13:07

    Personalmente io sarei per andare perfino oltre il fischerandom.
    Io sarei propenso per un ampliamento delle regole e del movimento dei pezzi.
    Peraltro ho già creato dei file zrf per zillions, la nota gui che permette di giocare a infniti giochi di scacchiera.
    La mia ultima e definitiva versione di scacchi riformati, che ho pomposamente denominato ultrachess, è simile agli scacchi classici ma con delle differenze che rendono il gioco, a mio avviso, infinitamente più complesso tatticamente ed anche strategicamente ci sono dei nuovi elementi da considerare:
    1)i pedoni non hanno il doppio passo iniziale, ma possono saltarsi l’uno l’altro in ogni direzione in avanti o di fianco; questo non vale se la casa finale è quella di promozione; non c’è la presa passante
    2)cavalli e alfieri mantengono lo stesso movimento ma aggiungono la possibilità di sdoppiarsi orizzontalmente e trasformarsi in due pedoni, solo però nelle traverse 3, 4, 5, 6
    3)le torri possono prendere il posto di un pezzo amico, ma solo se a contatto, e solo in posizioni ortogonali (una torre può portare il suo pedone o anche altri in prima traversa!)
    4)la regina è inalterata
    5)il re è piuttosto diverso dagli scacchi classici: mantiene la mossa di una casa in ogni direzione MA non esiste il concetto di matto, e non può arroccare; è il pezzo che ti fa perdere la partita se lo perdi ma si comporta come se fosse un pezzo qualsiasi, solo che la sua cattura determina la sconfitta
    6)lo stallo non esiste
    Chi volesse, ed ha zillions non in versione demo, me lo dica che gli mando il file del gioco.
    Sul match, penso che vincerà nakamura.

  5. orcoisback
    10 febbraio 2018 - 13:39

    Quando aragonesi e castigliani cacciarono gli arabi dalla penisola iberica, circa 550 anni fa, si scagliarono contro tutto quello che la cultura musulmana aveva lasciato dietro: e tra le varie cose, anche gli scacchi.
    Quel gioco è sopravvissuto, ne sappiamo le regole, io ci gioco ogni tanto al computer ma… altro che re a contatto, via lo stallo…
    Era (è) un gioco piuttosto diverso dagli scacchi che si giocano oggi: la regina era in realtà un ministro e muoveva come un alfiere incidentato, l’alfiere non ne parliamo proprio… un disperato, lo stallo conduceva alla sconfitta di chi lo subiva, il re non poteva arroccare ma poteva muovere come un cavallo una sola volta durante la partita, i pedoni si muovevano sempre e solo di una casa… e niente presa passante.
    Io mi chiedo: ma se sono passati quasi 600 anni da quando il gioco è cambiato (a parte piccoli dettagli), dico SEICENTO, non è che magari sia ora di ricambiarlo?
    Abbiamo i motori, una commissione della fide potrebbe elaborare dei cambiamenti anche radicali da far approvare per esempio ai migliori 100 giocatori del mondo.
    Sempre nell’ottica di diminuire le patte, rendere il gioco più avvincente e spettacolare e profondo sia tatticamente che strategicamente,
    E pazienza se alphazero diventerà ancora più imbattibile, i tornei tra uomini continueranno ancora.
    E’ come alzare l’asticella nel salto in alto, a 2.20 passano tutti, a 2.40 si decidono le medaglie: un gioco più complesso (ma non in maniera triviale) farebbe emergere chi veramente è il più forte.

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