Match Carlsen-Nakamura a Chess960
Una competizione certo “non classica” che però non può non attrarre vista la presenza del Campione del Mondo Magnus Carlsen e di Hikaru Nakamura, che è ormai diventato il suo principale antagonista in competizioni di gioco veloce e da ora anche in una “variante” degli scacchi, appunto Fischer Random o Chess960, come ultimamente viene più spesso denominata. Fattore di non secondaria importanza è il montepremi, veramente consistente. Si gioca a Høvikodden, vicino ad Oslo, Norvegia, dal 9 al 13 febbraio.
Magnus Carlens vs. Hikaru Nakamura
Che cosa sono gli scacchi Fischer Random o Chess 960
In sintesi. Vengono disposti i pedoni nelle case usuali e gli altri pezzi del bianco a caso, rispettando le seguenti regole:
– gli alfieri devono essere uno su casa nera e uno su casa bianca
– le torri devono essere una alla destra e una alla sinistra del re
Un programma allestisce una delle 960 disposizioni legali (da qui il nome Chess960). Per il resto lo scopo del gioco coincide con quello degli scacchi classici.
Regolamento
Previste 16 partite, di cui otto a cadenza rapid 45′ x 40 mosse + 15′ per concludere, senza incremento, e otto ancora a cadenza rapid ma con 10′ a testa per l’intera partita, con incremento di 5″ a mossa. Il punteggio assegnato è di 2-1 per ogni partita vinta-pattata nella cadenza 45′, mentre 1-0,5 per ogni partita vinta-pattata nella cadenza 10′. In caso di parità al termine delle 16 partite si disputerà un Armageddon.
Montepremi
Complessivamente 1.500.000 Norske kroner (NKR), equivalenti a più di 150.000 Euro. Il vincitore godrà di 900.000 NKR, il perdente di 600 000 NKR.
Calendario
–         February 9 slow rapid games 1-2.
–         February 10 slow rapid games 3-4.
–         February 11 slow rapid games 5-6.
–         February 12 slow rapid games 7-8.
–         February 13 fast rapid games 1-8 (eventuale spareggio Armageddon).
Ogni giornata di gioco inizia alle ore 17.
Un po’ di storia
La nascita ufficiale del Fischer Random risale a 19 giugno 1996, quando in Argentina Bobby Fischer presentò le regole dichiarando che “in questa nuova variante degli scacchi il talento è più importante della capacità di memorizzare la teoria delle aperture” e anche che “gli scacchi classici implicano uno studio molto duro e che lui era entrato negli scacchi per evitare il lavoro!” (scrive Eric van Reem sul sito Chessvariants). Fischer comunque non ha mai giocato la sua “variante” in competizioni con un minimo di ufficialità ; le cronache dicono che l’abbia sperimentata in partite amichevoli soprattutto con le sorelle Polgar nel periodo (1993) della sua permanenza in Ungheria.
Fischer al tempo della sua permanenza presso la famiglia Polgar
I campionati non ufficiali di Fischer Random iniziarono nel 2001 a Mainz, con la sfida tra Michael Adams (allora n° 4 al mondo) e Peter Leko (n° 7); vinse quest’ultimo (noto anche per aver vinto il primo torneo di Fischer Random in assoluto, quello di Vojvodina nell’estate del 1996) col minimo scarto; la cadenza fu impostata da subito come Rapid e questi furono i primi “Campioni del Mondo” Fischer Random:
Dunque Nakamura è il Campione del Mondo in carica Chess960 anche se questo titolo non è riconosciuto dalla FIDE.
Dopo Mainz, il Chess960 prende piede anche sui servers online, dove si conquista una spazio piuttosto frequentato; ultimamente partite Chess960 sono sistematicamente giocate nei prestigiosi matches organizzati da Chess.com nella manifestazione SpeedChess, dove guardacaso i finalisti degli ultimi due anni sono stati proprio Carlsen e Nakamura.
4 febbraio 2018 - 11:22
Finalmente il 960 ! Spero che sia giocato più spesso a tutti i livelli, per mitigare l’eccesso di teorizzazione raggiunto dalla versione classica.
A proposito di teoria, siccome qualcuno ha sostenuto che negli scacchi classici, nella posizione iniziale e a gioco risolto, il bianco dovrebbe vincere, mi piacerebbe sapere se qualcuno ha tentato una classificazione delle posizioni più favorevoli del 960 ( suppongo per il bianco, ma non è detto: alcuni visionari sostengono che nel gioco completamente risolto, conoscere la prima mossa giocata è un vantaggio per il nero )
p.s. sembra ovvio, ma lo aggiungerei alle regole: lo schieramento nero deve essere simmetrico a quello del bianco.
4 febbraio 2018 - 21:29
Re: ps: il regolamento già prevede la simmetria 🙂
4 febbraio 2018 - 22:54
Lo so, ma mi piaceva vederlo ribadito nella sintesi dell’articolo, che possono leggere anche i non iniziati.
4 febbraio 2018 - 23:37
Ah, pareva strano 😀
4 febbraio 2018 - 12:05
Io personalmente invece non mi trovo minimamente interessato a questa variante.
4 febbraio 2018 - 12:45
Tecnicamente sarà anche interessante, ma non credo che il Fischer Random giungerà mai a scaldare i cuori degli appassionati.
E’ una cosa troppo artificiale, un po’ come l’esperanto che infatti non si è mai veramente affermato.
8 febbraio 2018 - 09:46
Il Fischer Random mi ha sempre affascinato tantissimo e, a mio modesto parere, è molto più appassionante degli scacchi normali. Così come l’Esperanto, che studio ormai da un bel po’. Ti sorprenderà sapere quanto sono estese le comunità esperantiste in tutto il mondo.
Ni sentos baldau, karaj!
8 febbraio 2018 - 14:41
Di artificiale vedo ben poco nel 960.
E’ tutto conforme salvo la posizione iniziale e poi, dopo 15 mosse molte posizioni sono indistinguibili, potrebbero essere nate da una apertura classica.
4 febbraio 2018 - 13:20
a me bastano quelli classici, e pecco di presunzione…dovrei dire che mi avanzano, come un 38 che veste 54
4 febbraio 2018 - 20:29
Gioco spesso varianti eterodosse e tra queste la mia preferita è proprio Chess960. Sono scacchi ‘veri’ solo senza l’impostazione classica dell’apertura. Ho notato che i forti giocatori dopo 15-20 mosse si ritrovano ad affrontare un mediogioco del tutto normale, anche se spesso molto tattico, visto che le conoscenze strategiche sulla struttura pedonale che fuoriesce da determinate aperture qui vengono meno. Per questo al finale ci si arriva piuttosto raramente, anche se quando accade è naturalmente un finale classico. Consiglierei Chess960 a tutti quelli che recitano il Mantra ‘a me quello che mi frega sono le aperture, non studio abbastanza, ecc.”, giocandolo si renderanno conto che il loro problema non è costituito dalle aperture…
4 febbraio 2018 - 22:51
Pienamente in accordo.
Il 960 è la variante più vicina agli scacchi classici, perchè modificando la posizione iniziale ne elimina solo la teoria delle aperture. I principi generali, il movimento e lo sviluppo dei pezzi, la preparazione di una struttura valida per sostenere il finale e la valorizzazione dei pedoni, sono comuni alla versione classica.
5 febbraio 2018 - 00:38
Shakhriyar Mamedyarov ha recentemente dichiarato: ‘credo che tra 15-20 anni giocheremo solo a FischerRandom”. Io credo e spero di no, però il discorso di Shakh non è così improbabile se riferito all’elite assoluta, quella in grado di giocare sistematicamente 25-30 mosse di teoria a partita. I semplici ‘amatori’ invece secondo me saranno sempre più attirati dagli scacchi classici, in cui la conoscenza approssimativa delle aperture esercita sempre un certo fascino: vuoi mettere poter dire o anche solamente pensare ‘gli gioco una Najdorf’ o ‘oggi lo sorprendo con un Gambetto di Re’ con la quasi assoluta certezza di essere in un territorio sconosciuto già alla 10-15esima mossa?
5 febbraio 2018 - 09:27
ovviamente noi esseri normali potremo continuare a giocare a scacchi normali per 1 vita senza capirci nulla.
Però, ai super livelli mondiali il gioco vero e proprio (il puro calcolo, la spremitura delle meningi per un tempo piuttosto lungo, ecc), si sta sempre più assottigliando, non trovate? Mi sembra ormai un territorio strettissimo, chiuso da una parte dalla mostruosa teoria dalle aperture (che quindi significa lavoro prepartita, tra l’altro con mostruoso aiuto dei secondi digitali) e chiuso dall’altra parte dalla ‘fase tecnica’ dei finali.
Il punto è che, così continuando, noi normali potremo pure continuare a giocare, ma gli scacchi classici rischiano nei prossimi tempi di perdere il loro fascino ‘globale’ come “gioco del calcolo strategico per eccellenza”. Cosa che ha fatto la loro ‘fortuna’ storico-politica-mediatica per decenni (vedi proprio sfida fischer-spassky).
Inoltre, non è tanto, a mio parere, l’aumento delle patte nel match mondiale che danneggia l’immagine degli scacchi come gioco strategico per eccellenza, ma il modo con cui ci si arriverà , con una quasi totale assenza della fase ‘puro calcolo’ (cioè ragionamento in una situazione ‘mediamente’ non così conosciuta e consueta per i 2 interpreti). 12 patte combattute come 2 boxeur che se le danno di santa ragione sono una cosa, 12 patte tra 2 bibliotecari sono un’altra. Bellissime tutte e due, ma il secondo tipo non avrebbe infiammato e appassionato quasi nessuno durante la guerra fredda, per intenderci).
I 960, a questo punto, diventano sicuramente una ‘speranza’.
L’introduzione in futuro, per esempio, di una fase di scacchi 960 nel match per il campionato del mondo potrebbe essere utile proprio per evitare che la pura capacità di calcolo-visualizzazione (e quindi anche creatività ) non scompaia del tutto dal match mondiale (che è il momento di maggiore visibilità globale). Non vorrebbe dire che il campione non dovrà essere un superteorico delle aperture (dato che a scacchi classici ci deve saper giocare piuttosto bene), poi magari è giusto anche che sia molto veloce e intuitivo e dotato di un magazzino di schemi mostruoso (per giocare bene a blitz o simili), ma dovrà anche saper calcolare-visualizzare molto bene (per giocare a 960).
Chissà cosa ne penserebbero Alekhine, Tal o Nezmetidinov di tutto ciò…
5 febbraio 2018 - 10:06
inoltre i 960 sono molto divertenti!!
provare per credere
va superato lo spaesamento iniziale, questo è sicuro
tra l’altro, mi sembra che anche noi normali cominciamo a fare un po’ fatica se siamo obbligati a ‘pensare’ sin dalla 1-2-3^ mossa. La teoria delle aperture ha un fascino immenso, certo. E poi la sua conoscenza è un vantaggio a cui nessuno giustamente vuole o dovrebbe rinunciare. Però mi sembra che i detrattori del 960 si sentano a disagio proprio per la mancanza del gioco con il cervello attivato in “modalità teorica”.
Che mi sembra, con tutte le mille sfumature che conosciamo, però un po’ diverso dalla modalità “ora-sono-del-tutto-fuori-dalla-mia-teoria-e-ahimè-devo-cominciare-a-ragionare-e-calcolare”.
Non fraintendetemi, anche dal punto di vista dell’interesse che possono suscitare nei giornali o in un ragazzino, secondo me senza la teoria gli scacchi non sono scacchi. La teoria sono la storia degli scacchi. Anche solo quei nomi (est indiana, spagnola, muro di berlino…) fanno innamorare qualcuno (e lo fanno vincere…)
Dall’altra parte, i blitz sono come una danza, o un match tra cassius clay e sugar ray leonard. Bellissimi anch’essi. Non voglio dire.
però… io ho la sensazione che siamo quasi al limite…
Per me è certo che senza il ‘calcolo ragionato, a fondo’, una lotta a fondo tra 2 menti
con l’immagine dello stratega o del matematico che si spreme le meningi
gli scacchi perdono molto molto fascino.
E la possibilità che, così continuando, ci sarà una situazione in cui noi ci spremeremo le meningi ma i super campioni no, ha qualcosa che stride, qualcosa di non bello e poco fascinoso.
5 febbraio 2018 - 13:34
La teoria delle aperture è una buona armatura (almeno apparente!), ci dà una sensazione di “sicurezza”, ci permette di entrare (o di cercare di entrare) in impianti che conosciamo discretamente anche come possibile impostazione strategica e successivo sviluppo del gioco, a volte facilita i nostri risultati, specialmente per chi ha un buon repertorio e una buona conoscenza complessiva. Per quanto si dica il contrario in termini di studio (finali, finali, ancora finali, poi mediogioco e tattica) credo che la gran parte della preparazione per molti sia proprio dedicata alle aperture (e agli impianti che ne derivano). Insieme alla normale posizione dei pezzi, ci fa sentire a casa, nel “nostro” gioco. E’ però, in parte, un limitatore di pensiero, proprio per lo spazio abnorme che assume, specialmente, a mio avviso, in fase formativa.
Che ad altissimo livello il gioco classico cominci a mostrare qualche limite è vero, specialmente in termini di spettacolarità delle battaglie tra campioni. Spazio per giocare ovviamente ce n’è ancora, come dimostrano i migliori software, ma è uno spazio meno “romantico”, fatto più del trattamento sofisticato di piccoli squilibri e di finali (non sempre ben giocati anche per il tempo ridotto cui sono relegati).
I 960 potrebbero avere uno spazio maggiore. Sono semplicemente scacchi senza teoria delle aperture ma con i criteri delle aperture che restano validi. Se venissero giocati di più, molto probabilmente si svilupperebbe uno studio maggiormente basato su impianti, su strutture pedonali, confinante con la teoria delle aperture ma maggiormente aperto al pensiero individuale.
In qualche caso potrebbe capitare di rientrare in posizioni note alla teoria “classica” ma mi sembra più roba da GM.
Credo che manchi l’organizzazione di tornei a cadenza classica, le rare volte che vengono proposti mi sembra si preferiscano soluzioni a tempo rapido. Avvalorarli in Italia sarebbe a mio avviso una scelta interessante, ci spingerebbe a lavorare di più su mediogioco e finali, cosa auspicabile per tutti e per i giovanissimi in particolare.
E come già scritto, superata la prima impressione di “stranezza”, sono scacchi a tutti gli effetti, come li conosciamo.
6 febbraio 2018 - 18:50
Perfettamente d’accordo con te su tutto. Aggiungo 2 piccole cose. Concordo che sarebbe meglio se il tempo di riflessione fosse ancora maggiore. Giocare rapidi i 960 è un po un controsenso. Il punto un po paradossale è che sentiamo che è al livello super che abbiamo il problema dell eccessiva teorizzazione, e poi ci interessano le partite dei ,super GM no? Quindi erchè giocarli blitz?
Però il tempo, questi super GM, lo fanno pagare caro, da tutti i punti di vista.
Cmq 45 minuti a partita non é prorpio.pochissimo
Infine, una considerazione forse scomoda: non capisco come questi ragionamenti possano essere così poco frequentati, in specie da chi si occupa.di allenamento di giovanissimi. Di giovanissimi a livello molto alto. Mi domando, come si fa a non farsi domande? e soprattuto come si fa a non dar qualche risposta, a un 15enne che potrebbe arrivare a livello professionistico. In uno sport però che tra 30 anni potrebbe essere l’equivalente, a livello alto, di una recitazione a memoria, sempre più rapida, rapidissima? un esercizio se non di memoria, di mnemotecnica?
E quindi avrebbe ancor meno appeal di oggi?
6 febbraio 2018 - 20:52
Bè una risposta posso provare a darla.
Per quanto riguarda un istruttore giovanile o preparatore sportivo che sia, questo surplus di teoria non è cosi importante, perchè lui si occuperà sempre della prima metà del bagaglio teorico, quello che riguarda i fondamentali delle aperture, i principi generali, il trattamento dei finali, gli aspetti psicologici della competizione, e il metodo per analizzare correttamente.
Il resto riguarda quella minoranza di giovani che eventualmente proseguirà , essendo diventati abbastanza forti, e studierà per conto proprio la “seconda metà ”, per quanto vasta potrà essere, finchè possibile.
Se restringi il discorso ai pochi giovanissimi che sono già al Top, bè lì nessuno ignora questi aspetti, anzi c’è la personalizzazione più estrema del reportorio e dello stile.
Pertanto non credo che il lavoro di un istruttore si modifichi con i progressi della teoria, sebbene potrebbero cambiare gli strumenti a sua disposizione.
6 febbraio 2018 - 19:16
Anzi mi correggo i minuti a partita sono 60! E poi, possiamo aggiungere i 15 minuti che hanno a disposizione prima dello start per studiare la posizione sorteggiata dal PC. Quasi una partita a tempo classico
9 febbraio 2018 - 13:07
Personalmente io sarei per andare perfino oltre il fischerandom.
Io sarei propenso per un ampliamento delle regole e del movimento dei pezzi.
Peraltro ho già creato dei file zrf per zillions, la nota gui che permette di giocare a infniti giochi di scacchiera.
La mia ultima e definitiva versione di scacchi riformati, che ho pomposamente denominato ultrachess, è simile agli scacchi classici ma con delle differenze che rendono il gioco, a mio avviso, infinitamente più complesso tatticamente ed anche strategicamente ci sono dei nuovi elementi da considerare:
1)i pedoni non hanno il doppio passo iniziale, ma possono saltarsi l’uno l’altro in ogni direzione in avanti o di fianco; questo non vale se la casa finale è quella di promozione; non c’è la presa passante
2)cavalli e alfieri mantengono lo stesso movimento ma aggiungono la possibilità di sdoppiarsi orizzontalmente e trasformarsi in due pedoni, solo però nelle traverse 3, 4, 5, 6
3)le torri possono prendere il posto di un pezzo amico, ma solo se a contatto, e solo in posizioni ortogonali (una torre può portare il suo pedone o anche altri in prima traversa!)
4)la regina è inalterata
5)il re è piuttosto diverso dagli scacchi classici: mantiene la mossa di una casa in ogni direzione MA non esiste il concetto di matto, e non può arroccare; è il pezzo che ti fa perdere la partita se lo perdi ma si comporta come se fosse un pezzo qualsiasi, solo che la sua cattura determina la sconfitta
6)lo stallo non esiste
Chi volesse, ed ha zillions non in versione demo, me lo dica che gli mando il file del gioco.
Sul match, penso che vincerà nakamura.
9 febbraio 2018 - 13:59
sì, ma non è che, se ritrai una persona mettendo il culo al posto della testa e viceversa, le braccia attaccate alle chiappe, le gambe al tronco e l’ombelico sulla schiena, ti viene più quella cosa, eh.
ti viene na cosa così.?
10 febbraio 2018 - 00:23
Io ogni tanto ci gioco, al mio ultrachess, e devo dire che mi piace moltissimo.
E’ sempre scacchi ma enormente più complicato, più che altro dal punto di vista del calcolo, e poi è un gioco più dinamico; ho anche provato a far giocare il motore della gui contro se stesso, e le patte sono pochissime.
9 febbraio 2018 - 14:29
a mio parere il 960 ha 2 vantaggi enormi che potrebbero far sì che diventi qualcosa di innovativo e di realistico in futuro.
1. nel mondo ci sono milioni di scacchiere, con quel numero di case e quei pezzi. Non è una cosa da poco. ci vuole molto tempo prima che la diffusione della infrastruttura minima del gioco (scacchiera-regole-pezzi) si diffonda così come è diffusa quella degli scacchi
2. i 960 SONO scacchi. Questo fa sì che chi già è forte a scacchi rimane automaticamente, o quasi, forte a 960. Questa persona perde molto del suo vantaggio, certo, (tutte le varianti che conosce a menadito), ma gliene rimane tantissimo. Varianti ‘scacchistiche’ che invece sono un gioco diverso presuppongono che chi è già forte a scacchi debba ricominciare praticamente da zero. Il che ovviamente crea forti problemi nella comunità degli scacchisti
3. il fatto che la FIDE nel suo libretto di regole ufficiali degli scacchi inserisca le regole del 960 secondo me è un segnale importante
9 febbraio 2018 - 16:02
Su questo non ho alcun pregiudizio.
Le qualità necessarie per eccellere sono identiche e hanno lo stesso peso sul risultato finale.
Paradossalmente, per chi dovesse iniziare adesso, a parità di talento è più promettente il 960, perchè non pagherebbe il pegno di dover incontrare quasi sempre avversari già “svezzati” dal punto di vista teorico, e i progressi sarebbero rapidissimi.
Viceversa, chi dovesse transumare dal classico verso il 960, lo farebbe sostanzialmente per curiosità o per noia, magari proprio a causa della eccessiva teoria che non sopporta più, quindi senza troppi rimpianti.
9 febbraio 2018 - 19:31
c’avrò giocato un tre volte on line, ma non ho idea di quali criteri ti devono guidare nella disposizione iniziale (in caso sei il bianco).
suppongo che le case centrali conservino la medesima importanza della versione classica.
di conseguenza, suppongo che almeno una torre al centro sarebbe sempre bene piazzarla, o no?
boh…
9 febbraio 2018 - 19:35
vabbè che è speculare e non ottieni niente…
9 febbraio 2018 - 22:27
Ci ho giocato solo lampo e semilampo, e non abbastanza da farmi una idea solida su come sfruttare l’una o l’altra configurazione.
Torre al centro può significare una cosa ma anche il suo opposto, se gli altri pezzi sono messi in un certo modo.
Finora ho capito solo che è basilare la posizione del re e quella degli alfieri, perchè a volte per farli giocare si determinano strutture pedonali assai scomode da gestire.
Invece tutto quello che si conosce dei finali è riutilizzabile.
9 febbraio 2018 - 22:43
mi pare molto quello che hai detto.
e pure giusto.
ora che ci penso, infatti, aggiustarsi la posizione iniziale significa anche porsi il dilemma su dove mettere il re e cosa mettergli accanto.
9 febbraio 2018 - 23:03
quello che non comprendo è se è astrattamente possibile uno studio sistematico delle posizioni di partenza ritenute più “sensate”.
e soprattutto, i giocatori assidui hanno un “pacchetto” di posizioni che preferiscono o se ne discostano spesso e volentieri?
9 febbraio 2018 - 23:17
E’ utile ? Sicuro.
Forse è indispensabile, per chi vuole giocarli a livello via via più alto, ma non solo per conoscere quelle più favorevoli o meno, visto che non si scelgono.
Proprio per conoscerne le differenze, in modo da impostare un impianto conseguente.
Che poi equivale a costruire una teoria, come è successo per la versione classica.
Mi piace immaginare che qualcuno nel mondo stia studiando e sperimentando per diventare nel Fischer random quello che sono stati ad esempio i vari Steinitz, Tarrasch, Rubinstein, Lasker e Nimzowitsch negli scacchi tradizionali.
9 febbraio 2018 - 23:05
un altro interrogativo: secondo voi, il bianco, nel fischer random è più favorito che nel classic?
eh, bella domanda.
10 febbraio 2018 - 09:28
Sospetto che in alcune configurazioni il tratto sia ininfluente e in alcune possa essere decisivo, ma non ho argomenti per sostenere questa ipotesi.
Per la maggioranza dei casi il vantaggio del tratto ha un peso simile a quello della versione classica.
10 febbraio 2018 - 09:35
Per rivoluzionare il gioco classico, diminuire le patte e gettare nel cestino 200 anni di teoria, sarebbe sufficiente eliminare lo stallo, anzi, basterebbe consentire che i 2 re possano “toccarsi” in caselle contigue.
10 febbraio 2018 - 11:07
Infatti c’è 1 proposta di 1 membro dell assoc int scacchi x corrispondenza di considerare la patta x stallo una vittoria minore, quanto a punti in classifica, e non una patta.
Questo vorrebbe dire rivoluzionare al 100% gli scacchi classici.
Una diversa strategia potrebbe essere di lasciare i classici come sono ma aggiungere 1 po’ di 960.
A mio parere il chess 960 per i match ad altissimo livello è più stimolante. Ma è la mia opinione. Meglio fare 12 a tempo classico, qualora pareggio fare 960, se pareggio ancora si va ai blitz. Sarebbe come il ciclismo… chilometri di pianura… salite… sprint finale -)-)
L’importante è cominciare a provare e ragionare un po’… altrimenti il fenomeno scacchi si esaurirà per consunzione… il rischio è questo, non capisco come non si faccia a vederlo.
Il 960 – considerando le ns scarse conoscenze – sembra adatto per essere giocato in modalità andata e ritorno.
10 febbraio 2018 - 11:15
Non vedo perché non considerarla vittoria piena… Un re ingabbiato ha perso la guerra. Stop.
10 febbraio 2018 - 11:08
questo vorrebbe dire che un re bloccato (unico pezzo movibile) sarebbe come mattarlo, o no?
E’ come l’uovo di Colombo ma è perfetta.
10 febbraio 2018 - 11:10
Era in risposta a Mario sullo stallo.
10 febbraio 2018 - 12:26
Se non erro, fino a 400 anni fa in alcuni paesi era così.
Lo stallo è stato introdotto dopo.
Però io intendevo una modifica diversa e limitata.
Eliminare lo stallo solo nel caso che non ci siano pezzi in gioco ( altrimenti non sarebbero possibili molti matti con i soli pezzi, dove il re ha un ruolo decisivo ).
In pratica escluderei solo lo stallo di re contro re e pedone.
Ma già questo rivoluzionerebbe il gioco.
10 febbraio 2018 - 15:21
Giusto per precisare la regola proposta: escluderei lo stallo quando il movimento del re è impedito dal solo re avversario, quindi anche se ci sono altri pezzi.
10 febbraio 2018 - 12:44
La proposta all’ICCF è di arno nickel e può essere facilmente rintracciata sul web.
10 febbraio 2018 - 13:39
Quando aragonesi e castigliani cacciarono gli arabi dalla penisola iberica, circa 550 anni fa, si scagliarono contro tutto quello che la cultura musulmana aveva lasciato dietro: e tra le varie cose, anche gli scacchi.
Quel gioco è sopravvissuto, ne sappiamo le regole, io ci gioco ogni tanto al computer ma… altro che re a contatto, via lo stallo…
Era (è) un gioco piuttosto diverso dagli scacchi che si giocano oggi: la regina era in realtà un ministro e muoveva come un alfiere incidentato, l’alfiere non ne parliamo proprio… un disperato, lo stallo conduceva alla sconfitta di chi lo subiva, il re non poteva arroccare ma poteva muovere come un cavallo una sola volta durante la partita, i pedoni si muovevano sempre e solo di una casa… e niente presa passante.
Io mi chiedo: ma se sono passati quasi 600 anni da quando il gioco è cambiato (a parte piccoli dettagli), dico SEICENTO, non è che magari sia ora di ricambiarlo?
Abbiamo i motori, una commissione della fide potrebbe elaborare dei cambiamenti anche radicali da far approvare per esempio ai migliori 100 giocatori del mondo.
Sempre nell’ottica di diminuire le patte, rendere il gioco più avvincente e spettacolare e profondo sia tatticamente che strategicamente,
E pazienza se alphazero diventerà ancora più imbattibile, i tornei tra uomini continueranno ancora.
E’ come alzare l’asticella nel salto in alto, a 2.20 passano tutti, a 2.40 si decidono le medaglie: un gioco più complesso (ma non in maniera triviale) farebbe emergere chi veramente è il più forte.
10 febbraio 2018 - 14:07
Sono d’accordissimo!
Bisogna cambiare. Poco ma cambiare. per mantenere il gioco per quello che è
Calcolo strategico
Studio teorico
Intuizione e anche velocitÃ
Bisogna tenere tutto insieme
Magari semplicemente con specialità diverse come fa l’atletica. L’importante è che ci siano tutte. E per me la prima, il cosiddetto calcolo strategico, è inportantissima e ‘prestigiosa’
Io per esempio sono molto molto piùi nteressato a vedere chi è più forte nel calcolo puro.quindi vedere chi vince la sfida di questi giorni, rispetto a vedere chi è campione blitz. Anzi del campione blitz non me ne frega proprio niente
Nella commissione, se ci mettiamo solo i 100 migliori giocatori, si rischia poca innovazione perché avrebbero troppo interesse a cambiare pochissimo o niente.
Bisosgna metterci organi federali, che hanno occhio strategico e occhio all’economia del.movime to. Ma bisogna metterci anche in gran numero chi allena i ragazzini! Non solo gli allenatori, ma soprattutto gli allenatoro e maestri di ragazIni
11 febbraio 2018 - 14:58
Cappellona di Naka, il finale di Dpp contro D si poteva pattare (tablebase) sia pure probabilmente con molto pianto e stridor di denti. Qualcuno sa quanto rimaneva sull’orologio a Hikaru?
11 febbraio 2018 - 16:06
Poco. Ma di preciso non lo so. Più che altro non c’è l’incremento.
Bella posizione 960 con una certa dote di simmetria. Infatti dopo qualche mossa era una posizione abbastanza normale, direi
Ecco… una delle altre cose che a volte c’è da rimproverare al 960 è che in alcune posizioni manca l’eleganza della simmetria della posizione iniziale degli scacchi classici. Ma altre volte la posizione ha una sua certa simmetria ed eleganza…
11 febbraio 2018 - 17:58
Per la cronaca, il supercomputer di analisi norvegese a quanto pare capisce anche di 960 e sta seguendo la sfida: http://analysis.sesse.net
E al momento non sembra approvare il modo in cui Carlsen ha manovrato la sua Donna.
11 febbraio 2018 - 23:03
Il supercomputer fa girare Stockfish, che sa giocare anche a Fischerandom.
Il proprietario (Steinar H. Gunderson, detto “sesse”) ha fatto girare il motore su tutte le posizioni iniziali possibili e ne ha tratto una tabella di valutazioni, molto grezza ma di certo interessante. Qui il post:
http://blog.sesse.net/blog/tech/2018-02-11-19-54_chess960_opening_position_analysis.html
11 febbraio 2018 - 23:51
E’ interessante in quanto nuova, ma non credo possa servire per valutare granchè.
Anzitutto, mi pare che i motori ( SF9 non so ) abbiano quasi tutti un offset correttivo di circa 1 decimo che nelle prime mosse serve ad attenuare il vantaggio del bianco, che altrimenti sarebbe sopravvalutato.
Questo può essere verificato confrontando la stessa posizione a colori invertiti ( esempio, inserire a mano la posizione che si ottiene dopo 1.e4 e5 3.Cc3 Cc6 ma assegnare il tratto al nero ).
In seconda battuta mi viene da considerare che le valutazioni del motore dicono ben poco sul reale vantaggio di una posizione, finché non sono correlate al finale che ne deriva.
Quando leggiamo +1,2 tendiamo ad assegnare già un vantaggio decisivo, ma bisogna considerare che esistono finali dove la valutazione può diventare +4 o +5 e nonostante questo sono patti, ad esempio quelli con 2 cavalli, alcuni di alfieri contrari o quelli con alfiere inefficace.
12 febbraio 2018 - 00:05
Ho verificato adesso che SF8, nella posizione dopo e4 e5 Cc3 Cc6, assegna +0,16 se il tratto è al bianco e -0,26 se il tratto è al nero ( profondità 22, mossa candidata rispettivamente Cf3 o Cf6 ).
In questo caso l’offset è -0,05.
11 febbraio 2018 - 19:35
questa l’ha vinta nakamura col nero
stiamo vedendo i primi secondi dell’alba di una nuova era?!
copertura dalla tv norvegese… un sacco di soldi al vincitore e anche al perdente…
e magari se ne va anche la fastidiosa sensazione che il nostro bellissimo gioco stia finendo …
13 febbraio 2018 - 17:06
Una curiosità . Non ho mai visto giocare a Fischer Random con la posizione di partenza tipica degli scacchi classici che pure dovrebbe essere contemplata tra le 960 posizioni teoricamente possibili. E’ forse vietata da qualche regolamento? Se sì, allora questa variante dovrebbe chiamarsi Chess959
13 febbraio 2018 - 19:08
Non è affatto vietata. Solo che se fai un sorteggio integrale le probabilità che esca proprio quella posizione sono, appunto, 1 su 960 🙂
13 febbraio 2018 - 20:19
Ogni volta che Naka viene considerato il migliore in qualcosa (Chess random, online, bullet) arriva il norvegese e lo saccona.
13 febbraio 2018 - 20:26
Forse è un caso 😀
(Oppure l’ormai storica “Credo di essere io la più grande minaccia per Carlsen” Caissa proprio non gliela vuole perdonare 😛 )
13 febbraio 2018 - 20:32
Il Naka sembra sempre più l’Aragon dei poveri.
13 febbraio 2018 - 20:22
Guarda un po’: ha vinto Carlsen*.
(a questo punto gli manca solo Ultrachess e poi si è dimostrato il più forte in tutto ? )
Apprezzo il 960, pur non essendone un “fun” come qualcuno degli intervenuti**, e devo dire che è stato un bel divertimento seguire questo evento. Battuta scontata: nelle rapid di oggi il controllo delle pulsazioni avrebbero dovuto metterlo anche agli spettatori! Ottimi attacchi, grandi difese, arrocchi alla prima mossa 🙂 , sacrifici e controsacrifici di qualità , secondi sull’orologio, che altro vogliamo?
*con 3 partite di anticipo. So che lo sapete, ma mi fa piacere scriverlo.
**e non avendo preoccupazioni sulla prossima morte del gioco quanto loro.
14 febbraio 2018 - 11:05
Sarà pure il più forte in tutto, però questa va considerata come esibizione.
Se in futuro si svilupperà come un vero campionato, vedremo.
14 febbraio 2018 - 15:36
MM, ti rispetto troppo per pensare che hai commentato seriamente una mia parentesi 🙂
(non sarà che il mio commento implicitamente offensivo, ancorché in buona fede e volenteroso, ad inizio articolo ti ha offeso vero? 😀 )
14 febbraio 2018 - 15:37
(nel senso, non spariamo sulla Croce, stiamo commentando un’esibizione, e che altro potrebbe essere? 😛 )
14 febbraio 2018 - 16:53
Le vicende di cui mi occupo giornalmente non mi consentono di sottovalutare le parentesi, anzi, spesso rappresentano il contenuto più importante ?
14 febbraio 2018 - 17:43
(spero le vicende di cui ti occupi giornalmente non siano troppo oppressive, qui servi 🙂 )
Sempre un piacere 😉
14 febbraio 2018 - 18:40
Sono oppressive solo perchè gli errori non sono consentiti, non c’è margine per recuperarli, per il resto mi ritengo abbastanza libero da scegliere quando occuparmene, comunque nessuno è indispensabile.
Quindi sono utile ma in fondo non servo. ?
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