Scacchierando.it
tribuna

Hanno senso i Campionati Giovanili Femminili?

una petizione inviata alla FFE chiede la cancellazione dei campionati giovani femminil

Quattro giocatrici francesi, tra le quali la WIM Mathilde Congiu, hanno lanciato una petizione on line per chiedere alla Federazione Francese di trasformare i tornei giovanili in tornei misti per cinque diversi motivi:

1. Una questione di principio: le ragazze dovrebbero essere incoraggiate a cercare di ottenere titoli assoluti; allo stato delle cose invece non solo loro ma tutti (o quasi) quelli che possono influire sulle loro scelte (istruttori, dirigenti di circolo, personale della federazione) sono orientati ai più facili traguardi delle categorie femminili.

2. Una motivazione pragmatica: le ragazze dovrebbero avere gli stessi stimoli a progredire dei ragazzi, ma se gli obiettivi sono meno ambiziosi, saranno meno convinti anche gli sforzi per raggiungerli.

3. Una motivazione psicologica: come possono le giovani giocatrici sentirsi con le medesime potenzialità dei compagni maschi, se fin da subito vengono orientate a cimentarsi in competizioni femminili?

4. Una questione di diritto: se esiste un campionato femminile dal quale un giocatore è escluso, perché non dovrebbe esistere un campionato maschile dal quale ogni giocatrice dovrebbe essere esclusa? La realtà non è questa e si assiste allo strano ibrido di un assoluto e di un femminile.

5. Una questione di comunicazione: com’è possibile giustificare agli occhi della gente comune o degli sponsor che uno sport intellettuale conservi queste divisioni di genere quando la stessa frequenza scolastica da tempo è “mista”?

Stando ad un articolo pubblicato da Europe Echecs, la Federazione Francese respingerà questa richiesta principalmente per due motivi:

1. Le priorità sono altre: si tratta di aumentare il numero delle giocatrici e soprattutto delle giocatrici che si decidano a varcare la soglia di un circolo di scacchi, è qui che bisogna trovare gli incentivi adatti.

2. Raggruppare i tornei attualmente separati porterà au un aumento del numero dei partecipanti e quindi a maggiori difficoltà nella gestione dei tornei stessi.

Noi prendiamo questa notizia a pretesto per discutere di un argomento che spesso coinvolge i lettori di Scacchierando. A dire il vero gli interventi sul nostro blog, nell’arco degli anni, sono stati quasi tutti “a senso unico”: sembra assurdo che in uno “sport della mente” possa esistere la separazione tra uomini e donne. Sarebbe interessante venire a conoscenza di come agiscono in proposito, in Italia e nel mondo, gli altri Sport della Mente. Nel Regolamento dei Giochi Studenteschi il bridge e la dama non prevedono distinzioni tra maschi e femmine. Non a livello giovanile (e il punto è determinante), negli SportAccord World Mind Games le competizioni scacchistiche sono invece ben distinte.

Il tema della Tribuna è dunque questo: è auspicabile (anche da parte della FSI) consentire, anche in via sperimentale per due o tre anni, la realizzazione solo di Campionati Giovanili Misti, senza più prevedere ai vari livelli (provinciale-regionale-nazionale) la disputa di Campionati Femminili? Non è in discussione invece il tema di non prevedere più “tout court” competizioni scacchistiche femminili a qualsiasi livello, aldilà dell’auspicabilità o meno di una simile decisione, sarebbe improponibile ottenere risultati nel breve tempo, con interruzione di competizioni consolidate e difficoltà da parte di molte affermate professioniste.

Il bicchiere si presenta invariabilmente mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda dei punti di vista: dal punto di vista educativo sembra improponibile continuare nella distinzione tra maschi e femmine in età così precoce in quello che è uno sport della mente, d’altra parte la disputa solo di campionati misti potrebbe dissuadere molte giovanissime a parteciparvi? A voi i commenti!

Non tutti gli scacchisti di livello sono dell’opinione delle quattro Francesi, ad esempio Greg Shahade (fratello della forse più famosa Jennifer, giocatrice e commentatrice di scacchi), un IM con 2476 di Elo, pensa che i tornei separati per le ragazze siano una buona idea, altrimenti il numero delle partecipanti ai tornei di scacchi diminuirebbe ancor di più; anche se però poi fa tutta una serie di considerazioni che condividono il pensiero di Congiu e Co.

Un articolo di “Scientific American” afferma che queste differenze di rendimento tra maschi e femmine sono dovute a uno stereotipo, quello che gli scacchi non sono adatti per il genere femminile.

Un articolo piuttosto approfondito e informato sulla predominanza maschile nel gioco degli scacchi e sulle sue possibili motivazioni è uscito abbastanza recentemente su Chessbase.

Attualmente due sole giocatrici sono nella Top100 mondiale, Judit Polgar e Hou Yifan(curiosamente vicinissime come Elo, rispettivamente 2675 e 2673, che valgono il 69° e 71° posto in classifica FIDE, ma Judit ha già dimostrato che una donna può arrivare molto più in alto, giungendo nella TopTen), la terza entra di poco tra i primi 300 al mondo. Considerando i migliori 50 scacchisti e le migliori 50 scacchiste ci si rende facilmente conto che la differenza è dell’ordine dei 250 punti Elo, un’altra categoria insomma.

E’ anche una questioni di numeri: attualmente meno del 10% dei tesserati FIDE è di genere femminile e se limitiamo il discorso all’Italia la percentuale diminuisce ancor di più.

Lascia un commento

Devi essere loggato per lasciare un commento. Clicca per Registrati.