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Prof.Apard04

Il punteggio Elo dal 1971 al 2023 (1)

Prima parte: l’inflazione dell’Elo e una sua possibile valutazione – vota i sondaggi!

È nozione comune come il punteggio Elo dei giocatori di fascia alta si sia “gonfiato” nel corso del tempo. Questo ha una importanza modesta per quello che è l’utilizzo dell’Elo, trattandosi solo di un indice relativo che, sulla base dei risultati precedenti, dà delle probabilità per i risultati successivi. È un valore che ha a che fare con la forza dei giocatori solo nella misura in cui ci dice che un giocatore con un Elo di 2550 ha maggiori probabilità di vincere rispetto ad un giocatore di 2300, ovvero è più “forte”.

Ci abituiamo a questi valori, che appaiono assumere un significato effettivo, di un giocatore con un determinato Elo abbiamo una idea apparentemente chiara di quanto sia debole / forte. Data l’inflazione rispetto a una quarantina di anni fa, abbiamo anche modificato questa percezione. Chi ha qualche annetto ricorderà bene il senso di grande considerazione, negli anni 70 / 80, per i pochi GM over 2600 (una quindicina), analogo se non maggiore rispetto a quello che abbiamo oggi per gli over 2700. L’inflazione ha implicato un cambiamento per i punteggi elevati di un centinaio di punti?

(Come vedete dall’immagine nel titolo, anche il mio vecchio amico Prof. Apard si sta occupando della tematica!)

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Ho incrociato di recente un sito che riporta la top 100 della gran parte delle liste FIDE antecedenti al 2000 (anno da cui i dati sono disponibili sul sito FIDE). Per una migliore “leggibilità” ho ripreso una vecchia idea, prendendo i punteggi del 25°, 50° e 100° giocatore nelle diverse liste, ricavandone il seguente grafico:

 

EloFide1971_2023

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Non mi sembra ci siano grafici analoghi in rete e credo sia interessante dare una occhiata in più. Abbiamo approssimativamente due fasi relativamente stabili (dal 1971 al 1984 e dal 2011 ad oggi) inframmezzate da molti anni di incremento dei punteggi alti. Sappiamo che ha inciso la regola del limite di 350 punti di differenza nel calcolo delle variazioni (0.89 – 0.11), probabilmente insieme all’allargamento delle liste prima a 2000 punti (rispetto ai 2200 iniziali) e via via fino ai 1000 attuali, e che l’incremento / inflazione si è arrestato quando la FIDE ha portato a 400 punti (0,92 – 0.08) questo limite (insieme ad altre modifiche inerenti il K).

Ho fatto varie somme e medie dei due periodi e la differenza media è di 156 punti. È questo il gap da valutare tra allora ed oggi o ci sono altri fattori che potrebbero avere inciso?

Un primo aspetto potrebbe riguardare la diffusione degli scacchi, la base dei praticanti. Se avessi una lista Elo di 100.000 giocatori avrei un determinato livello del 50° giocatore in lista. Se aggiungessi altri 100.000 giocatori, con una distribuzione completamente paragonabile all’altro gruppo, il 50° giocatore di ogni gruppo diventerebbe il 100° dell’insieme complessivo. Questo, in relazione ai valori medi dell’intero periodo rilevato nel grafico, implicherebbe per il 100° giocatore un aumento di circa 38 punti legati al livello di gioco, non attribuibili all’inflazione.

Con tutta ovvietà, quindi, il numero dei praticanti può incidere, è aumentato? E quanto? È ragionevole pensare che sia aumentata la diffusione grazie a internet e al gioco online ma è difficile trovare il modo di precisarne gli effetti.

Ho recuperato dei vecchi dati e ho rilevato quelli attuali:

EloGiocFIDE02

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Dati simili tra il 2014 ed oggi, mentre si osserva un aumento rispetto al 2005. Da notare però come nella fascia Elo 2200 – 2299 il 2005 proponga un numero maggiore di giocatori, dato difficile da interpretare. Si può osservare come si tratti di una fascia di punteggio poco coinvolta dalla regola del limite di Elo per il calcolo delle variazioni, giocando di solito con avversari che rientrano nel range dei 350 / 400 punti. Va considerato che la regola dei 350 punti spingeva verso l’aumento i punteggi alti ma, nel contempo, riduceva i punteggi della fascia 2000 (motivo per cui è probabilmente corretto parlare di inflazione dell’Elo dei punteggi alti ma non di inflazione in generale, forse con un effetto complessivo lievemente deflattivo).

In altre analisi precedenti avevo notato un aumento di giocatori nati negli anni dal 1950 al 1965 circa, probabilmente riferibile all’effetto Fischer, una successiva fase di lieve riduzione seguita da un nuovo aumento con i giocatori nati a partire dal 1983 – 84.

Rispetto agli anni 70 si può ipotizzare un aumento della base di praticanti dell’ordine del 30 – 40%?

Potrebbe incidere anche il maggior numero di professionisti, nel periodo attuale rispetto agli anni 70 vi è sicuramente un giro di denaro più rilevante ed esteso, consentendo a un maggior numero di giocatori di dedicarsi appieno agli scacchi, quindi con una maggiore forza di gioco rispetto ai dilettanti di livello magistrale e punteggi conseguentemente più alti.

Probabilmente ha rilievo anche, con internet e la diffusione anche in paesi meno “storici”, la maggiore capacità degli scacchi di coinvolgere i grandi talenti: se Carlsen fosse nato nel 1963 (come Kasparov) sarebbe diventato Carlsen? E Firouzja? E i giovanissimi indiani?

Una indicazione potrebbe derivare dalla curva stessa del grafico: nella fase di incremento / inflazione (1985 – 2010) si osserva una accelerazione moderatamente maggiore all’inizio, una fase centrale con aumenti meno marcati, una ultima fase appena più accelerata prima dell’intervento della FIDE che ha arrestato questi aumenti. Potrebbe rispecchiare quanto accennato sulla base dei praticanti, pur rendendo evidente che la maggior parte della variazione deriva dalle regole utilizzate per l’Elo.

Dei 156 punti di differenza tra la fase dal 1971 al 1984 e quella dal 2011 ad oggi una buona parte sembrerebbe effettivamente derivare dal rigonfiamento dell’Elo (nell’ordine di 130 punti circa?), probabilmente con un contributo dai fattori accennati e magari da altri che non ho considerato (una venticinquina di punti?).

C’è un altro modo (molto più empirico) a cui ho pensato per indagare nel merito ma vorrei accennarne in un prossimo articolo, anche per l’aspetto più particolare che ne deriva.

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FideRatings02

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Come accennavo all’inizio, l’Elo è solo un indice relativo, quella che conta è la differenza tra due punteggi. Non sottovaluterei però l’importanza della percezione, un Elo più “stabile” favorisce sicuramente la “lettura” del sistema scacchistico, con una serie di conseguenze favorevoli, in ultima analisi positive per gli scacchi.

Un altro aspetto riguarda poi i titoli internazionali. Se i parametri Elo impostati per il titolo di GM nel 1971 (norme 2600, Elo minimo 2500) fossero riportati ai valori attuali avremmo approssimativamente norme da 2740 e un Elo minimo di 2660! Quello dei titoli, in particolare quello di GM, è forse l’elemento di maggiore complessità rispetto all’inflazione dell’Elo.

Da una dozzina di anni la FIDE è intervenuta per fermare l’inflazione, con un nuovo assetto che sta comportando una leggera decrescita dei punteggi alti. Da gennaio 2022 è stata aggiunta la regola che il calcolo limitato a 400 punti di differenza si applica per ogni giocatore una sola volta per torneo, cosa che dovrebbe aggiungere un ulteriore lieve effetto deflattivo.

Non sembra che si prevedano modifiche sulle regole per il conseguimento dei titoli, che sarebbero indubbiamente complicate dal grande numero di giocatori che hanno acquisito il titolo con le regole attuali. Forse la FIDE sta seguendo la linea di favorire una lieve riduzione che, pian piano, riavvalorerebbe in parte il titolo di GM.

L’alternativa potrebbe essere quella dell’introduzione di un nuovo titolo (“International Champion”?), magari razionalizzando anche gli altri titoli: non è chiaro perché tra il rating da raggiungere e il livello delle norme ci siano 50 punti per il titolo di IM (2400 e 2450) contro i 100 punti di quello di GM (2500 e 2600). Ipotizzerei che la prima proposta fosse di 2500 e 2550 per le norme ma che poi si volle una ulteriore difficoltà per il massimo titolo, portando le norme a 2600. Resta l’impressione che l’argomento, pur chiaramente importante per il mondo degli scacchi, non venne trattato con la cura necessaria.

Un nuovo “super-titolo” tuttavia contrasterebbe con il valore storico del titolo di GM come massimo titolo e lo svaluterebbe, cosa probabilmente negativa per i tanti GM professionisti di oggi.

Mi sembra interessante recepire le vostre opinioni e proporrei i seguenti sondaggi.

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1. Ritieni che nella gestione dell’Elo la FIDE debba:

a) Mantenere gli attuali livelli dei punteggi alti, sia per una percezione acquisita da parte degli appassionati che per favorire la comparazione dei diversi punteggi anche a distanza di decenni.

b) Favorire una leggera discesa dei punteggi alti, senza uno “stacco” marcato rispetto ai punteggi attuali ma riavvalorando via via il titolo di GM.

c) Cercare una marcata riduzione, analoga alla inflazione verificatasi dal 1985 al 2010, fino a tornare, nell’arco di 20 – 25 anni, ai livelli iniziali.

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2. Pensi che la FIDE debba rivedere regole e/o tipologie dei titoli?

a) Sì, dovrebbe razionalizzare il rapporto tra i titoli di IM e GM, ad esempio innalzando a 2550 il livello minimo per il titolo di GM, con 150 punti di distanza sia per le norme (2450 – 2600) che per il rating (2400 – 2550).

b) Sì, data l’inflazione, dovrebbe inasprire i livelli per i titoli, ad esempio 2625 – 2550 per il titolo di GM e 2475 – 2400 per quello di IM.

c) Sì, dovrebbe introdurre un nuovo titolo superiore a GM (ad esempio, con rating minimo di 2675 e norme da 2750) e razionalizzare di conseguenza tutto l’assetto delle norme.

d) No, meglio mantenere le regole attuali, gestendo solo l’Elo.

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5 Commenti a “Il punteggio Elo dal 1971 al 2023 (1)”

  1. Angelmann
    11 febbraio 2023 - 12:49

    Sondaggi che sembrano ormai aver dato la loro indicazione.
    Nel primo mi aspettavo la preferenza per il “mantenere gli attuali livelli dei punteggi alti”, ormai abbiamo una certa percezione e avrebbe un suo preciso senso, ad esempio tra una ventina di anni, avere punteggi paragonabili a quelli attuali.

    Meno facile prevedere come sarebbe andato il sondaggio sui titoli. All’inizio tutte le voci si sono alternate al comando, poi ha preso chiaramente la testa l’introduzione di “un nuovo titolo superiore a GM”, mentre l’inasprimento dei livelli per i titoli superava il mantenere le regole attuali. È un esito coerente con il “mantenere gli attuali livelli dei punteggi alti” e sottolinea la percezione di un massimo titolo ormai troppo diffuso. La lista FIDE riporta attualmente 1785 GM!
    Che la FIDE introduca un nuovo super – titolo mi sembra improbabile, troppa storia a rafforzare il titolo di GM e oltre un migliaio di GM presumibilmente contrari.

    In fondo abbiamo già altri tre titoli superiori! È normale parlare di “Top Player”, “Super GM” e “Forte GM”, con queste tre voci che sfumano via via l’una nell’altra. Titoli informali e alquanto indefiniti…
    Un forte GM potrebbe definire spesso un giocatore over 2600.
    Un top player è uno dei primi giocatori del mondo, da top 15 – 20, zona 2750 ed oltre.
    Più sfumato forse il riferimento di super GM, direi che si inizia con giocatori stabilmente oltre i 2660 – 2670 e si arriva ben oltre i 2700, sulla soglia dell’élite mondiale.

    “Titoli” aleatori, che definiscono uno status attuale e che con il declino possono essere non più “attribuiti” dalla nostra percezione.
    Forse più persistente il concetto di top player, anche quando quel livello è ormai scivolato nel passato, qui però basta spesso il nome: Ivanchuk, Gelfand, Shirov, non c’è bisogno di aggiungere molto altro…

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