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Il SÌ e il NO

Le ragioni del SÌ e del NO a Bobby Fischer GOAT, di Stefano Bellincampi e Ale. Nei commenti: 9 a 7 per il NO

Fa il suo esordio con un tema scottante come “Il più grande giocatore di scacchi di tutti i tempi” la rubrica “Il SÌ e il NO” che ospiterà l’opinione, opposta, di due nostri Autori sugli argomenti più disparati, che abbiano attinenza con l’argomento di cui si è sempre esclusivamente interessato questo sito: gli scacchi!

Ovviamente il riferimento non può che essere al recente sondaggio che, su queste pagine, ha incoronato Robert James Fischer Re tra i Re degli Scacchi. Ma a questo punto lasciamo direttamente la parola ad Ale e al Presidente Stefano Bellincampi, che ha deciso la sua discesa in campo vista l’eccezionale importanza dell’argomento.

Ah, quasi dimenticavo. E voi, cosa ne pensate? Siete per il SÌ o per il NO? L’Arena è aperta, affilate le armi e dite la vostra!

si-verde

di Stefano Bellincampi

“Bobby” Fischer è degno di essere definito il più grande scacchista di tutti i tempi? Secondo me senza dubbio.

Cominciamo col dire che Fischer nasce nel luogo sbagliato (gli Stati Uniti, scacchisticamente arretrati rispetto all’URSS. Infatti gli tocca imparare il russo per informarsi anche sulle loro fonti) e nel periodo sbagliato (il più difficile della storia: quarant’anni di egemonia sovietica pressoché assoluta). Non è mica un dettaglio da poco: deve lottare contemporaneamente contro fenomeni quali Spassky, Tal, Petrosjan, Smyslov, Keres, Tajmanov, Korchnoi, Geller, Stejn (dimentico qualcuno?). Nonostante questi indubbi handicap e il “gioco di squadra” dei suoi avversari, che tra di loro “si riposano” e impiegano gran parte delle forze per contrastare l’americano, domina la scena scacchistica per diversi anni e diventa Campione del Mondo con pieno merito, scalando una “montagna” che avrebbe stroncato chiunque. Non Fischer, che invece li surclassa tutti. È questa la differenza con gli altri grandi della storia: peggiori condizioni = migliori risultati!

Senza contare l’Interzonale di Sousse 1967, nel quale si ritira dopo 10 turni (e 8,5 punti realizzati: avrebbe vinto a spasso anche quello), dal Campionato Usa 1966 all’Interzonale di Palma de Maiorca 1970 vince otto tornei individuali consecutivi, totalizzando 83 vittorie (69%!), 32 patte e 5 sconfitte su 120 partite complessive.
E infila ben 20 vittorie consecutive: gli ultimi sette turni a Palma de Maiorca, poi i leggendari 6-0 (occhio, non si tratta di tennis 😉 ) rifilati a Tajmanov e a Larsen nei Match dei Candidati, infine la vittoria nella prima partita del Match di Finale con Petrosjan (stravinto anche questo: +5 =3 -1). Trovatemi un altro filotto così prestigioso!
Infine diventa Campione del Mondo ed entra nel Mito battendo Spassky in modo molto più netto di quanto dica il risultato finale: pur partendo da 0-2, dopo la tredicesima partita è in vantaggio di tre punti ed il match è sostanzialmente chiuso.

Detto questo, passo all’obiezione più comune: Fischer era un pazzo. A parte il fatto che solo un “pazzo” poteva compiere un’impresa simile, cosa c’entrano i comportamenti tenuti fuori dal campo di gioco? Se proprio devo dirla tutta, fosse stato un gentiluomo alla Spassky non sarebbe mai diventato Campione del Mondo. Inoltre la dedizione assoluta, la preparazione paranoica, il rifiuto dei compromessi e l’intransigenza sono in realtà tutti aspetti positivi della sua personalità!

Aggiungiamo che era un pezzo avanti a tutti i suoi contemporanei: il Fischer Random e l’invenzione dell’incremento, coniati quando molti non se ne sentivano ancora il bisogno, dimostrano la sua genialità e la sua lungimiranza. Poi, non dimentichiamolo, con le sue gesta ha decuplicato gli appassionati di questo bellissimo gioco…

Poteva diventare Campione tre anni prima? Avrebbe battuto Karpov nel 1975? Rispondo sì ad entrambe le domande, ma non c’è bisogno dei “se” per consegnare il vincitore del “match del secolo” alla Leggenda: è lui il più grande di sempre!

fischer montaggio diverse età

(BBC)

no_rosso

di Ale

Quindi. Se ho capito bene, io faccio quello che è in disaccordo con 1) l’appena espresso corpo elettorale dei lettori e 2) il Presidente. Magnifico: andiamo a cominciare, cosa potrebbe andarmi storto?

Robert James Fischer è stato, di gran lunga, al di là di ogni dubbio e in maniera probabilmente definitiva, il più forte Candidato al titolo mondiale che si sia mai visto in rapporto ai propri contemporanei. Non vi annoio ripetendovi i dettagli del Fischer ’66-’72, sono certo saranno stati splendidamente riassunti nel pezzo Presidenziale. Ha dopodiché battuto d’imperio un eccellente, ma non un Titano, sovietico ed è diventato Campione del Mondo. Moltissimo. Ma, poi?

Poi il resto è “avrebbe battuto Karpov”, “aveva già fatto quello che voleva fare”, “chissà cosa avrebbe potuto fare con i nostri motori”, “sarebbe stato Campione ancora per anni”, “se non fosse stato per”…

Non ha senso neppure mettercisi: è Fischer, non appartiene, non in prima battuta, alla Storia degli scacchi. È il Mito il luogo nel quale, glielo auguro, ora riesce forse finalmente a riposare. Non si può discutere su cosa e quanto hanno fatto o non hanno fatto “realmente” Achille, Ettore e Ulisse.

Parlare di Fischer significa rischiare di poter parlare unicamente di Fischer: attira e concentra ogni cosa attorno a sé, lo faceva in vita, come persona, lo fa ancora nel Mito, nelle nostre memorie, non lascia spazio “a quegli altri“, i comprimari.

Ma se siamo qui a parlare del più grande Scacchista di sempre, non si può non parlare degli altri Campioni. Abbiamo tutti quanti discusso su “quei 16”: quanto ha fatto Fischer è immenso ma pensarlo GOAT mi fa pensare alla silicica determinazione di Botvinnik nel essere e rimettersi là in cima dal 1948 al 1963. Mi fa pensare a Karpov e a tutta la sua carriera da Campione prima, da ostinato sfidante poi e infine come Campione FIDE. A Kasparov numero uno per al mondo per 22 anni, la cui mera esistenza ha reso i Mondiali FIDE un’operetta nel dopo Karpov. Ad Anand, che ha vinto 5 mondiali in 3 (!) formati diversi.

Per essere il più Grande tra i Campioni del Mondo, per essere il più grande scacchista di sempre, a Fischer manca, e chiedo scusa per la pessima battuta, l’essere stato Campione del Mondo. Il continuare a respingere gli assalti grazie all’Eccellenza. Fischer ci ha lasciato di tutto, ma non una carriera da Campione del Mondo. Non è che io pensi lui abbia fatto poco, prima. Ma in una corsa tra questi 16 giganti basta per essere il primo? Mia opinione personale, no.

È possibile, ha scritto qualcuno vorrei ricordare dove, che si fosse costruito un’immagine, che era forse ormai diventato, che prevedeva che il Campione del Mondo non potesse perdere, mai. Neppure una partita. Appare chiaro che l’unica soluzione sia non giocarne nessuna. Le sue richieste, almeno alcune, per il match del 1975 sono talmente fuori dalla grazia di Dio che “ti sbattono in faccia” che si tratta di pretesti per non giocare. Ha avuto il coraggio di sfidare il mondo, non quello di rischiare di perdere ciò che aveva conquistato. È molto, quando si parla di GOAT.

È possibile qualsiasi cosa, naturalmente. Ognuno di noi ha la propria immagine di lui e nessuno di noi, sempre naturalmente, è così dopotutto che funziona il Mito, la cambierà mai.

La mia, modesta, è che è stato grandissimo, non il più grande.

Bobby Fischer vince il sondaggio ed è the GOAT

72 Commenti a “Il SÌ e il NO”

  1. MrChessProjects
    18 giugno 2020 - 17:46

    Sicuramente NO.

    Un solo match mondiale alle spalle.

    Un periodo da campione del mondo molto breve.

    Tante partite perse contro vari giocatori (vedi Geller)

    Ci sono giocatori che hanno fatto meglio sotto vari aspetti.

    Ovviamente fortissimo e ha segnato un epoca però…non basta.

  2. masticone
    18 giugno 2020 - 18:05

    Sono per il no
    I miti sono destinati all’immortalità e quindi non possono essere toccati per i molti adepti del culto (AC)
    E così le figure più mitiche (in ogni campo) spesso vengono ammantate dagli AC di caratteristiche positive che non avevano, è tipico degli AC ripetere luoghi comuni a pappagallo, gli altri di solito argomentano

    Dai tempi di Morphy fino ad Alechine il centro del mondo scacchistico era l’europa centrale, ma in 40 anni non ho mai sentito nessuno dire che Morphy, Capablanca o Alechine erano nati nel posto sbagliato al momento sbagliato, che poi Fischer sapeva bene pure il russo quindi non aveva nessun svantaggio

    I russi che si coalizzavano contro Fischer per non farlo vincere…
    Vero, ma in piccola parte…
    Gli AC non lo ammetteranno mai, ma andiamo a vedere i vincitori degli interzonali (e futuri campioni del mondo) del tempo e tiriamo fuori LE STATISTICHE (non le leggende metropolitane)…

    Quale era il bilancio di Fisher nei confronti di Tal fino al 1960, quando divenne il nuovo campione ?
    Un bliancio negativo!

    Il bilancio con Petrosjan fino al 1963 quando divenne campione ?
    Un bilancio negativo!

    Il bilancio con Spassky fino a che non divenne campione ?
    Un bilancio negativo!

    Fisher divenne il più forte del mondo SOLO dal 1970-71 circa, prima era tra i più forti, ma non il più forte e il mondiale non l’avrebbe mai vinto! (e qui sento già gli AC che invocano il fuoco purificatore ai miei danni!)
    Cmq su insistenze di Fischer gli interzonali vennero sostituiti dai match a eliminazione, e a causa delle sue mattane Fisher non partecipò al primo e se ne andò dal secondo (ma tanto Spassky a quel tempo non aveva rivali e lo dimostrò negli scontri con lo stesso Fisher in quegli anni, fuoco purificatore non mi avrai!!)
    Solo al terzo match dei candidati Fisher vinse, giocando ad armi pari con gli altri e senza svantaggi proprio perchè erano match a eliminazione diretta!

    Qualcuno dice che l’essere pazzo era positivo, io non vedo che ci sia di positivo nel non giocare match dei candidati e perdere il titolo per abbandono, ma gli AC hanno la stessa logica dei terrapiattisti e ripetono a pappagallo…
    Fisher vinse nonostante la sua pazzia non grazie ad essa, al match di Rejkjavik andò ben oltre i limiti di correttezza che dovrebbe avere uno sportivo e se ci fosse stato chiunque altro diverso da Spassky se ne sarebbe tornato a casa e oggi staremmo a parlare non del più grande campione del mondo ma del talento più sprecato della storia
    Il match con Spassky a detta di TUTTI i campioni e storici degli scacchi si era in pratica già chiuso appena prima di giocare la terza partita, per via delle pressioni psicologiche di Fischer andate molto ma molto oltre i regolamenti di gioco e la correttezza, sia umana che sportiva
    Fisher faceva così non perchè era un uomo scorretto, ma perchè malato e terrorizzato e riusci giocare solo dopo essersi convinto di aver fatto saltare i nervi a Spassky anche se non ne aveva bisogno perchè era superiore a lui nel ’72

    “il Fischer Random e l’invenzione dell’incremento, coniati quando molti non se ne sentivano ancora il bisogno, dimostrano la sua genialità e la sua lungimiranza”
    Infatti il bisogno lo sentiva solo lui!!
    Il match con Spassky aveva chiarito che per vincere ci voleva un affilato arsenale di aperture, ma per farlo non puoi più allenarti da solo come aveva sempre fatto lui
    Gli scacchi random eliminano lo studio della teoria delle aperture
    Iniziò dal ’73 una rivoluzione nelle aperture causata da Fischer, ma questa sua rivoluzione fece per vittima proprio lui!!

    E gli AC si sono già messi i cappucci tipo KKK e con i forconi mi stanno venendo a cercare…

    “Poteva diventare Campione tre anni prima? Avrebbe battuto Karpov nel 1975? Rispondo sì ad entrambe le domande, ma non c’è bisogno dei “se” per consegnare il vincitore del “match del secolo” alla Leggenda: è lui il più grande di sempre”

    Questa è la formula finale che gli AC dicono ogni domenica nel sacro tempio inginocchiati davanti all’effige di Fischer…
    No, non poteva vincere tre anni prima, Spassky in quegli anni si dimostrò superiore, sono partite che si possono trovare ovunque in rete (ma agli AC il fuoco divino brucia la mano se al pc le cercano)
    Riguardo a Karpov la domanda è..
    …perchè ??

    Karpov nel 74-75 faceva le STESSE cose del Fischer 69-72..
    nel 74 vinse la semifinale dei candidati contro Spassky con lo stesso scarto che Fischer gli diede due anni prima ai mondiali, se ci fossero state le stesse regole di conteggio dei punti (e Spassky aveva giocato pure meglio che nel mondiale)
    Perdeva molto raramente come Fisher e come l’americano dopo il mondiale cominciò a dominare tutti i tornei
    E sopratutto non era psicologicamente debole come Fischer, quest’ultimo se fosse andato sotto di più di 2 punti con Karpov avrebbe iniziato a dare di matto e se ne sarebbe andato via
    Non so chi avrebbe vinto tra Fischer e Karpov, ma per gli AC non dare per scontata la vittoria del loro dio è semplicemente inconcepibile e sebbene non esista USA SOLA PROVA (ma tanti indizi che però vanno in senso opposto) che dopo il 72 le cose gli sarebbero andate bene come prima, innalzano tutti la voce verso i cieli acclamando la vittoria dell’americano su Karpov, Kasparov, Carlsen e Stockfish 11 se solo avesse continuato…

    P.s. Ho scherzato, spero non si offenda nessuno

    p.p.s. Bella questa rubrica, perchè la prossima non la facciamo sul possibile esito della rivincita tra Alechine e Capablanca ?

  3. Darkstorm
    18 giugno 2020 - 18:34

    Yhawn. SI.

    Per infiniti buoni e semplici motivi già detti.
    E il dipinto è affisso al muro per l’eternità, come una Gioconda al Louvre.

    L’unica cosa da notare di questo articolo è che non servirà ad Ale per diminuire la carica agonistica del Garry quando gli consegnerà il prestigiosissimo Leone di Bronzo, che il nome già dice molto… 😀
    Buon tentataivo 😀 ma inutile. Ale già sente il ruggito! Rrrroaaarrrr (in russo).

  4. Darkstorm
    18 giugno 2020 - 19:16

    SENZA i mezzi informativi odierni già a 19 anni arrivò a curocao nel 1962 dando 7 punti di distacco a Tal campione del mondo, a breve distanza del trittico russo che lo precesse.

    Già nel 1967 a Sousse era in testa al torneo.

    Per tutti gli anni ’60 Fischer veniva visto come il prossimo candidato mondiale e il terrore dei russi.
    Situazione che affrontò da solo, e coi pochi mezzi di studio che poteva avere.
    Ha vinto il primo campionato statunitense, di 8, a 14 anni nel 1957 (!!!!).
    Ha portato gli usa all’argento alle olimpiadi per 10 anni negli anni 60 dai 17 ai 27 anni (!!!!)
    Aveva 13 anni quando divenne celebre nel mondo per la partita del secolo con Byrne (!!!!).

    Guardare solo al 1972 è un po’ riduttivo, questo si. Un po’ tanto.

    Con un occhio talentuoso e d’insieme, e non banale, come quello di Fischer,
    invece per lui era chiaro che l’opera era completata.
    Una grande opera artistica come poche volte viste nei secoli.

    Uno dei più grandi successi degli scacchi del millennio.

  5. Darkstorm
    18 giugno 2020 - 19:43

    Aggiornamento: l’articolo è stato fatto per i NO dopo che la maggioranza di una media di 450 votatori ha votato per il SI :D.

    HANNO GIA’ DATO 😀

    Come tutti i commenti e spiegazioni che stamperemo e porteremo nella teca coi 2 premi a Reykyavik.
    Ripeto invece per il 3° posto: Ale vada a consegnare il Leone di Bronzo 😀

    Che poi c’è che conta è che l’opera è compiuta e dipinta magistralmente, e affissa al muro per l’eternità!

  6. Darkstorm
    18 giugno 2020 - 21:05

    Hanno GIA’ DATO votando e scrivendo per 15 gg.

    Forse te scrivevi senza leggere le centinaia di commenti altrui 😀
    che meritano di essere portati nella teca con i 2 premi per la “vittoria” dei 450 votanti.

  7. Darkstorm
    18 giugno 2020 - 21:10

    Carlsen ha numerosi vantaggi di contesto che Fischer non aveva.
    Inoltre Fischer ha dovuto lottare per 10 anni nei tornei dei candidati
    per i diritti del candidati (cicli massacranti) giocando contro 17 russi su 20 dei migliori in zonali, interzonali e match combattendo come nessuno per i suoi diritti
    e senza mezzi e strumenti d’informazione come avevano russi ed europei.

    Lo dico da appassionato di Carlsen per il gioco che esprime.
    A Carlsen è bastato arrivare 1° exaequo in un torneo ad 8 1 volta
    e ritrovarsi dei match biennali pronti.
    Senza togliere ciò che è Carlsen come ho scritto numerose volte a suo favore.
    Carlsen ha avuto anche tutti i mezzi d’informazione (come i suoi coetanei che lui domina da 10 anni) ed ha avuto alla fine anche la possibilità di avere lezioni da Kasparov al modico prezzo di 30.000 euro al giorno 😀 per l’affinata finale da 2700 a 2850.

    Kasparov ha preferito smettere nel 2004-2005 piuttosto che subire nel suo primo torneo dei candidati eventuali del 2005 qualche onta a distanza della sua esperienza 1984.
    Un plauso a Karpov e Anand che si sono sempre dati parecchio su questo fronte.
    Ora la palla passa a Caruana e company.

    Fischer a differenza dei giocatori d’oggi ci è arrivato a quei livelli da solo coi suoi studi e ragionamenti coi suoi mezzi limitati. Scusate se è poco 😀

  8. Darkstorm
    18 giugno 2020 - 21:13

    Dal titolo dell’articolo si chiedono le ragioni del SI (e del NO): beh si trovano nella pagine dei commenti dei sondaggi effettuati da Scacchierando di cui si è avuto l’esito.

    Si vogliono sapere? Già si sanno e già sono state scritte nelle centinaia di post degli ultimi 15 gg.

    Spero che Mega si ricordi e non abbia già dimenticato dopo 1gg 😀

    That’s all.

  9. Angelmann
    19 giugno 2020 - 01:02

    Ho votato per Fischer contro Carlsen ma più per il fatto che, secondo me, Carlsen non doveva essere lì a giocarsi la finale, la sua carriera è ancora pienamente in corso, come valutarla appieno? Quanto ha fatto ancora non basta per considerarlo il più grande, non basta nemmeno per la top 5 secondo me. E se perdesse il titolo al prossimo match? Tempo al tempo.
    Dall’altro lato il mito di Fischer, un mito che rende difficile valutare serenamente il campione e la sua grandezza. Ho votato prima per Capablanca, poi per Kasparov, non considero quindi Fischer il più grande di sempre e voto NO.
    In generale trovo che in questi sondaggi non abbiamo valutato appieno i campioni del passato, abbiamo eliminato Steinitz per Spassky, cosa molto discutibile a mio avviso, Lasker per Carlsen, e anche qui l’incompiutezza della carriera di Carlsen difficilmente avrebbe dovuto prevalere su un gigante come Lasker, Alekhine per Karpov, e qui il risultato ci potrebbe anche stare per la statura di Karpov ma un piccolo torto al mito di Alekhine lo si è fatto.
    Una classifica dei più grandi di sempre non può che essere personale e ampiamente opinabile. Sono d’accordo con i tentativi di criteri di f2365, anche se non è facile che portino ad una qualche obiettività, e sono d’accordo anche sul rischio che, nel non condividere che Fischer sia the GOAT, si svaluti eccessivamente un campione grandissimo.
    Quando finalmente arrivava alla scacchiera Fischer ha fatto cose grandissime e non solo per il paio d’anni che l’hanno condotto al titolo. Come precocità ad altissimo livello nessuno gli è pari, Carlsen e Kasparov lo avvicinano comunque, come numero uno al mondo non parliamo solo di quei due anni, lo era sicuramente da prima, probabilmente da quando a 22 – 23 anni ha cominciato ad avvicinare la sua maturità scacchistica. Troppe le interferenze dei suoi problemi per farlo considerare il più grande, tuttavia, non solo per l’interruzione del gioco dopo il titolo.

    • Megalovic
      19 giugno 2020 - 01:18

      E’ vero che la carriera di Carlsen è ancora in corso, ma ha 29 anni. Fischer si è ritirato a 29 anni. Se vogliamo, Bobby era proprio l’unico avversario con cui Magnus combatteva ad armi (anni di carriera) pari.

      [Aggiornamento: 2 commentatori per il SI e 7 commentatori per il NO]

  10. Megalovic
    19 giugno 2020 - 11:59

    Prima o poi tutti i Campioni perdono un match mondiale, a meno che si ritirino prima di difendere il titolo. E Kramnik quel mondiale l’ha giocato ad un livello stratoferico (analisi Rybka, quasi da Elo 3000).

    Dopodiché è vero, non ha giocato moltissimo, ma quando ha giocato le vittorie non sono mancate (4 vittorie, 2 terzi posti e un “Oro” olimpico come migliore performance assoluta).

    2001
    Nat.Supertmnt 10 Annivers
    1° +0,5 su Kramnik e +2,5 Gelfand Morozevich e Shirov

    2002
    Linares
    1° +1,5 su Ponomariov e +2 su Anand
    Olimpiadi
    7,5/9! Oro per la migliore performance assoluta

    2003
    Linares
    3° a mezzo punto da Kramnik e Leko

    2004
    Petrosian Memorial
    3° a mezzo punto da Svidler e Leko
    Super Finale del Campionato russo
    1° +1,5 su Grischuk

    2005
    Linares 1° con un turno di anticipo, prima della sconfitta-ritiro con Topalov

    Del resto dopo il Mondiale con Kramnik aveva un Elo di 2823 e, prima dell’ultima partita della carriera con Topalov, aveva un LIVE rating di 2818 dopo aver giocato 121 partite rated. Quindi mantenne il suo livello, piuttosto alto, chiudendo la sua carriera con 27 punti Elo di vantaggio sul secondo, Anand. Per fare un confronto con l’oggi, praticamente gli stessi punti Elo di vantaggio che Carlsen ha su Caruana (28).

  11. Franco77
    19 giugno 2020 - 14:27

    Correggo gli errori di battitura del post precedente:

    Nella trasmissione di ieri sera Ortega ha detto una cosa giustissima e che, senza nulla togliere a Lexi, anzi, a me è sempre parsa ovvia. Dipende da cosa si intende per “il più grande” (e su questo ha sostenuto, parere suo, che Fischer fu il più grande sul piano della precisione scacchistica, una macchina; Capablanca il più grande sul piano del talento puro; Botvinnik il più grande per lo sviluppo che apportò al gioco ecc.), precisando poi che paragonare giocatori di epoche diverse è molto difficile: io dico che un torneo così, molto divertente peraltro, non può però essere considerato poco più che un gioco. E voi ve state a scannà, cercando persino di addurre possibile criteri oggettivi. Esilarante. In ogni sport, solitamente, le generazioni successive si dimostrano superiori alle precedenti. Pensiamo, che so, ai 100mt piani: Bolt si potrebbe dire che è il più grande di sempre, ma è un’ovvietà perché per una serie di ragione: evoluzionismo darwianiane e miglioramento degli ausilii tecnici (come fai a paragonare qualcuno che un tempo era costretto a correre scalzo con uno che ora può utilizzare scarpe ipertecniche: vedesi la differenza tra giocatori pre e post era dell’engine negli scacchi?) è avvantaggiato rispetto ai corridori che lo precedettero. Negli scacchi, dove conta moltissimo l’accumulo di conoscenza che si stratifica nel corso della storia, ogni giocatore siederà sempre su una rendita ereditata dai suoi predecessori. Dunque come si fa a stabilire oggettivamente chi è il più forte tra giocatori che nemmeno si sono mai incontrati tra di loro? Gioachino Greco, o Philidor o Morphy non sono stai presi in considerazione – perché non Campioni del Mondo, dato che al tempo il titolo non esisteva – ma furono grandissimi a loro modo: il gioco di Greco può forse essere equiparato per qualunque criterio di valutazione a quello di un Carlsen, ovvio che no, ma tra i due corrono oltre 400 anni di distanza – su che eredità culturale si è costruito il gioco di Greco? Nessuna. Quello di Carlsen su oltre 400 anni (più engine) appunto. Eppure Greco (assieme ad altri del suo tempo, italiani e spagnoli su tutti), nel proprio “primitivismo” ha pubblicato una raccolta di partita dal peso didattico immenso: su cui ancora oggi i mestri formano i ragazzini: l’attacco al punto f7, lo sviluppo dei pezzi, il controllo del centro ecc. chi credete insegno a Greco&co. tutto questo? La fatina buona del caz.o? No, li comprese lui. E questo non è abbastanza per definirlo uno dei più grandi scacchisti di sempre? Quindi, chi fu il migliore dei due? Impossibile dirlo. Resta un gioco. E rilassateve un po’!

  12. Angelmann
    22 giugno 2020 - 01:00

    Franco, non c’è più spazio per le “risposte” e di do riscontro qui.
    Semplificando, l’evoluzione funziona per mutazioni casuali e loro selezione naturale, avendo una prole fertile. Molte mutazioni sono “irrilevanti”, alcune sono semplicemente dannose, poche conducono ad una variazione pienamente compatibile con la crescita dell’individuo. Questa variazione può essere statisticamente rilevante nel dare un piccolo vantaggio in una determinata situazione ambientale e quindi essere trasmessa più facilmente alle generazioni successive. Potrebbe dare invece un lieve svantaggio e via via perdersi. Potrebbe essere irrilevante in una determinata situazione ma rivelarsi vantaggiosa in una situazione successiva.
    Il tutto si misura in tempi importanti, nel susseguirsi di moltissime generazioni.
    Se ad ogni generazione si avesse un “naturale” aumento della statura, dall’antica Roma ad oggi dovremmo ormai essere tutti over 2 metri. Genetica ed evoluzione non c’entrano.
    Un esempio sorprendente: in media i nostri antenati di 10 o ventimila anni fa avevano un cervello lievemente più grande. Oggi più neuroni servono meno di allora? Direi di no. Di più, il cervello consuma moltissima energia ma indubbiamente abbiamo oggi una maggiore e continua disponibilità di calorie per alimentarlo. Una ragionevole ipotesi è che oggi molte persone crescono senza il latte materno, a differenza di allora.
    I fattori ambientali incidono molto sullo sviluppo. Due gemelli identici cresciuti in luoghi diversi possono sviluppare caratteristiche fisiche diverse, come una statura lievemente diversa.
    Jesse Owens cresciuto oggi, allenato bene (magari senza doping), con le piste sintetiche e scarpe eccellenti, segnerebbe probabilmente un bel 9 ” e 80. Naturalmente, non si può dimostrare.
    Questo nulla toglie alle tue considerazioni: gli scacchisti e gli atleti di oggi sono indubbiamente più performanti.

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