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3 domande a… Roberto Mogranzini

Intervista per i 10 anni di attività dell’Accademia Internazionale di Scacchi

Durante il Festival di Forni di Sopra abbiamo intervistato Roberto Mogranzini, CEO dell’Accademia Internazionale di Scacchi, che quest’anno compie 10 anni di attività.

Martha-Roberto_Mogranzini

Nel 2016 l’Accademia Internazionale di Scacchi compie 10 anni di attività. Qual è il bilancio complessivo?

Considerando che si tratta di un’attività iniziata per scommessa e per gioco penso che sia un bilancio più che positivo. Credo anzitutto che abbiamo creato qualcosa di innovativo, nel mondo esistono pochissime Scuole come la nostra. All’inizio l’idea era di lasciare qualcosa sul territorio, ma nel corso degli anni è diventata una Società a tutti gli effetti. Quest’anno festeggiamo i 10 anni: un bel traguardo per me, per Martha, per il gruppo di lavoro che sin dall’inizio ha creduto in questo progetto (Augusto Caruso, Nadia Ottavi, Riccardo Marsili) e per tutti gli allenatori che da tanti anni lavorano con noi. Il progetto è gestito in maniera familiare, nel senso che portiamo avanti qualsiasi idea che pensiamo possa portare benessere allo scacchismo nazionale e internazionale. Sono stati 10 anni importanti con tanto lavoro, lo sviluppo della nostra attività è stato una sorpresa per tutti noi, in questi anni è cambiata un po’ anche la dimensione degli scacchi.

I vostri progetti del 2016 e per il futuro?

Questo e il prossimo saranno due anni particolarmente intensi. Ad inizio 2016, per festeggiare il decennale, abbiamo organizzato a Spoleto un torneo chiuso per la norma GM (che ripeteremo nel 2017); tra pochi giorni, subito dopo il termine del 7° torneo di Forni di Sopra, ci saranno la finale del Campionato Italiano Giovanile ad Olbia, quindi a luglio i Campionati Italiani Under 20 e Femminile a Perugia. Il 2017 sarà un anno particolare perché organizzeremo due Campionati del mondo:  quello degli Amatori a Spoleto ad aprile e l’Under 20 a Tarvisio ad ottobre, entrambi importanti e abbastanza difficili da organizzare. Ci sarà l’8^ edizione del torneo di Forni e stiamo valutando anche la candidatura per un altro evento della FSI. Ma ormai la nostra attività si sviluppa a 360 gradi: abbiamo ripreso dopo alcuni anni l’attività degli scacchi a scuola, con la quale nel 2016 stiamo formando oltre 2000 ragazzi, abbiamo il settore delle lezioni online nel quale lanceremo una nuova idea e da tempo stiamo sviluppando il settore scacchi-business in tutta Italia con seminari in grandi aziende. Abbiamo anche l’idea di aprire una nuova sede all’estero, molto probabilmente negli USA, un impegno importante che ci farà crescere come struttura. Infine una notizia in anteprima per Scacchierando. Tra pochi giorni assegneremo quattro Borse di studio ad altrettanti giovani italiani (già individuati) che verranno seguiti con un coaching a livello comportamentale. Un progetto nel quale credo molto, che realizziamo per primi forse anche a livello mondiale grazie alla consolidata collaborazione con Alessandro Almonti, uno dei coach formatori più importanti d’Italia nonché Candidato Maestro, che ha già lavorato su questo aspetto con nazionali di altre discipline. Credo che, così come fanno i manager d’azienda e i grandi professionisti nei loro settori, sia importante per uno scacchista professionista migliorare oltre al gioco anche i comportamenti sia alla scacchiera che fuori dalla scacchiera.

Come si coniuga tutta questa attività con gli impegni familiari e agonistici?

Sia io che Martha facciamo una vita abbastanza particolare, dobbiamo muoverci tantissimo. Abbiamo la fortuna che nostra figlia Isabella si è abituata subito a viaggiare, a 3 mesi l’abbiamo portata alle Olimpiadi di Tromsø. Non è facile anche perché Martha è vice presidente della FIDE, quindi spesso abbiamo impegni diversi e dobbiamo viaggiare separati. A me piacerebbe essere sempre presente come papà ma non sempre è possibile. Quando me lo dicevano non ci credevo ma ora penso anch’io che quello del padre è il mestiere più difficile che c’è. Mi sento fortunato, ho una splendida famiglia e questa è la cosa che mi piace di più nella mia vita. Ovviamente mi piacerebbe giocare un po’ di più, lo ammetto, la scacchiera mi manca, qui a Forni analizzo, guardo le partite. Quest’anno spero nei ritagli di tempo di arrivare almeno alle famose 36 partite per poter giocare il Campionato italiano o comunque dimostrare che alla scacchiera posso ancora dare qualcosa. Ci piacerebbe avere più tempo per giocare però sentiamo la responsabilità verso l’azienda, quindi io e Martha ci alterniamo: quando uno gioca, l’altro porta avanti il lavoro. Fortunatamente abbiamo una squadra eccezionale, Augusto, Andrea, Nadia e Riccardo riescono a colmare le nostre temporanee assenze.

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Mogranzini e Caruso durante la premiazione del torneo di Forni di Sopra
(foto Gerhard Bertagnolli)

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