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Intervista al MI Emiliano Aranovitch

conversazione con il Neo Maestro Internazione che ha appena ottenuto la sua terza e definitiva Norma a Praga

Da un po’ di anni i titoli internazionali piovono a raffica sui giocatori italiani, ma noi di Scacchierando non ci stuferemo mai di festeggiarli come meritano! Questa volta proponiamo un’intervista gentilmente concessa da Emiliano Aranovitch che a Praga, un mese fa, ha realizzato la sua terza e definitiva Norma di Maestro Internazionale. Il giocatore varesino aveva, infatti, già realizzato due norme a Parigi (luglio 2009 e febbraio 2010) e superato quota 2400 punti Elo FIDE nell’ottobre del 2007, per cui la ratifica del titolo è solo una questione di burocrazia. Ma veniamo all’intervista

Per prima cosa, complimenti per il titolo di Maestro Internazionale.
Grazie mille!

Cosa si prova a raggiungere questo risultato a 33 anni, che se vogliamo è un’età “di mezzo”, quando si è troppo giovani per sentirsi completamente soddisfatti ma, forse, è troppo tardi per decidere di cambiare direzione nella propria vita e diventare, ad esempio, un professionista?
Penso che per pensare al professionismo si debba essere perlomeno dei Grandi Maestri e poi, come disse Henry Byron, “la vita è troppo breve per gli scacchi” e mi piace lasciare spazio anche  ad altre cose. Io insegno francese nelle scuole medie e sono soddisfatto del mio lavoro. E comunque è possibile giocare lo stesso ad alti livelli. Vedi ad esempio Bellini, che è docente universitario e che da anni resta brillantemente a quota 2500.

Vedendo le tre norme che hai realizzato, non ho potuto fare a meno di notare che le hai ottenute all’estero (due a Parigi ed una Praga). Una casualità o ti trovi più a tuo agio giocando fuori dai confini nazionali?
Credo sia frutto del caso, ci sono state occasioni nelle quali sono andato vicino alla norma anche in Italia.  E comunque per me la Francia è una seconda patria. Come si deduce facilmente dal mio cognome la mia famiglia proviene dalla Russia, ma poi un ramo si è trasferito in Francia, ed infine in Italia. Ho il doppio passaporto e parte della mia famiglia risiede a Parigi.

Sempre a proposito delle tre norme, le hai realizzato in poco meno di un anno a mezzo. A cosa pensi sia dovuto questo salto di qualità nel tuo gioco?
Guarda, ti sembrerà strano nell’era dei computer ma attribuisco questa mia crescita alla lettura di molti libri che mi ha ridato, oltre che delle idee da utilizzare sulla scacchiera, la passione per il gioco. E poi ritengo che dai database e Rybka si possano trarre nuove idee in apertura, ma per le idee nel mediogioco sia altrettanto utile  lo studio delle partite dei grandi del passato. Ad esempio, ultimamente sto seguendo un ragazzo e gli ho consigliato la lettura del “manuale degli scacchi” di Lasker e “manuale del provetto giocatore” di Tarrasch.

Parlaci un po del torneo di Praga, dove hai ottenuto la terza e definitiva Norma MI
All’inizio ero partito molto bene  ma poi nel settimo turno è arrivata la prima sconfitta del torneo. A quel punto dovevo conquistare 1,5 nelle ultime due partite. Dopo aver pattato nell’ottavo turno mi sarebbe bastato vincere contro un 2160 per conquistare la norma. Immaginerai la delusione prima, e l’ansia subito dopo, che ho provato quando ho scoperto che il sorteggio mi aveva assegnato, come avversario dell’ultimo turno, il Maestro internazionale Bernasek, che ha un elo di 2490! Devo dire che non ho giocato la mia migliore partita, ma quel che contava era il risultato che per fortuna è arrivato e, a posteriori, posso dire che sono felice di averlo ottenuto contro un giocatore titolato.

Pensi che dopo questo titolo conseguito aumenteranno gli inviti nei tornei italiani?
In questo devo dire di essere stato sempre abbastanza fortunato, visto che ho ricevuto molti inviti anche quando ero solo Maestro FIDE.

Passata l’euforia per il grosso risultato raggiunto, spesso è poi difficile ritrovare le motivazioni per continuare. Quale obiettivi ti poni per il futuro?
Per prima cosa vorrei provare a tornare sopra quota 2400 e poi mi piacerebbe partecipare ad una Finale del Campionato Italiano.

A proposito di Campionati Italiani, recentemente hai partecipato alle finali on line su scacchistars. Al di là dei risultati personali, cosa ne pensi di questa esperienza?
Un’esperienza bellissima, anche perché non avevo mai partecipato ad un campionato italiano assoluto, anche se solo lampo. E poi è una cadenza che mi diverte. Del resto Varese ha una notevole tradizione nel gioco lampo, con forti giocatori come il MF Salvetti, mio abituale avversario, e Mantovani, che tra l’altro mi ha seguito quando avevo 16-17 anni e con il quale ancora oggi condivido il repertorio di aperture con il nero.

Passando alle domande che non possono mancare in un’intervista ad uno scacchista, quando hai iniziato a giocare a scacchi?
Ho iniziato a giocare a 6 anni, quando mio padre, Eric, una forte 1^ Nazionale ed uno dei migliori giocatori di Varese che all’epoca lavorava per l’Euratom (n.d.r. organizzazione europea per il coordinamento della ricerca per l’energia nucleare a scopi pacifici), mi insegnò il gioco. Mi ricordo quando, dopo aver guadagnato qualche pezzo, mio padre girava la scacchiera e continuavamo a giocare a colori invertiti, dopodichè qualche volta riuscivo anche a vincere! Il primo torneo lo disputati a San Benedetto del Tronto quando avevo 11 anni e andò piuttosto bene mentre il  mio primo circolo è stato il Cocquio il cui presidente, Francesco Mondini, mi ha molto aiutato e per questo ancora lo ringrazio.  A 16 anni sono entrato nelle liste elo FIDE con un elo di 2280, ma poi verso i 18 anni ho smesso di giocare per qualche anno un po’ per un calo di interesse ma soprattutto per gli impegni universitari. Poi a 24 ho rincominciato e sono diventato poco dopo Maestro FIDE.

Questo tuo “percorso” mi induce ad una riflessione. Scorrendo la classifica dei migliori italiani, si nota che della tua generazione il solo Collutiis ha raggiunto alti livelli. Come te lo spieghi?
Mah, forse può dipendere dal caso. Però devo dire che in quegli anni la Federazione non era vicinissima ai giovani promettenti. Ad esempio, personalmente, ho avuto sempre il rammarico di non essere stato invitato a partecipare, anche a mie spese, ad un mondiale giovanile. Noto invece con piacere che le cose adesso sono cambiate, e che la FSI sta facendo molto per i giovani.

E poi il livello dei tornei in Italia  si è sensibilmente innalzato negli ultimi anni ..
Verissimo. Negli ultimi anni si disputano in Italia diversi tornei interessanti. In generale il movimento scacchistico è cresciuto anche grazie, e non lo dico con falsa benevolenza, a voi di Scacchierando. E poi l’ultimo torneo di Reggio Emilia: fantastico!

Grazie, sei troppo gentile. Quando eri un ragazzino, avevi un “idolo” tra i giocatori del passato?
Bobby Fischer senza dubbio.

E tra i giocatori di oggi, quali sono i tuoi preferiti?
Tra gli italiani ovviamente Caruana e poi Vocaturo, del quale apprezzo molto lo stile di gioco. Tra gli stranieri Ivanchuk per la creatività, Morozevich per l’originalità, Radjabov per le aperture ed infine Carlsen, che mi ricorda molto Kasparov per l’elasticità e la prontezza con la quale riesce subito ad adeguare i suoi piani alle mutate situazioni sulla scacchiera. E poi ha delle idee fantastiche in apertura, come per esempio nella Carlsen–Nakamura del Tata quando ha giocato un attacco inglese della Najdorf con Ae2 e senza f3. Credo che al momento non vi sia al mondo giocatore che riesca più di lui a proporre problemi pratici agli avversari.

Letture scacchistiche preferite?
A 15 anni mi piacque molto un libro sulle aperture di Karpov, anche se non lo amavo  particolarmente come giocatore. E poi mi piacciono molto le letture “storiche”, interessarmi ai grandi del passato come Morphy, Capablanca e Lasker, anche se penso che il più grande di tutti i tempi, sia come giocatore che come autore, sia Kasparov, del quale mi sono piaciuti molto la serie de “i miei grandi predecessori” e  “la rivoluzione teorica degli anni 70”

Un’ultima domanda: che augurio fai al gioco degli scacchi?
Mi piacerebbe che fossero più diffusi tra i giovani. Senza dubbio gli scacchi favoriscono la crescita morale ed intellettuale e sono, quindi, una materia ideale da insegnare nelle scuole. Un ottimo lavoro lo stanno svolgendo a Vigevano, grazie al MF Di Paolo e altri, e so che stanno nascendo diverse realtà anche in altre città. Mi auguro che in futuro possano essere sempre di più!

Prima di spegnere il microfono, Aranovitch ci tiene a dedicare il conseguimento del titolo di Maestro Internazionale al padre, Eric, scomparso quando Emiliano aveva solo 16 anni. Dopo di ché  la conversazione è continuata sui più disparati argomenti e le argomentazioni di Aranovitch, che non pubblico perché fuori tema, sono servite a confermare l’impressione, che avevo già avuto parlando “solo” di scacchi, di trovarmi di fronte ad un ragazzo intelligente, “completo”  e di grande spessore umano.

Aranovitch sorride: dopo 24.Dxe6 ha capito che la partita con MI Bernasek è vinta!

Aranovitch sorride: dopo 24.Dxe6 ha capito che la partita con MI Bernasek è vinta!

ITA

Name Aranovitch Emiliano
Title FM
Rating international 2319
Ratingperformance 2484
FIDE rtg +/- 20.6
Points 6
Rank 16
Rd. SNo Name RtgI FED Res.
1 114 Jahoda Ladislav 2019 CZE w 1
2 104 Wimmer Miroslav 2074 CZE s 1
3 14 IM Koziak Vitali 2464 UKR s ½
4 16 IM Zvara Petr 2438 CZE w 1
5 12 IM Simacek Pavel 2469 CZE s ½
6 10 GM Gavrilov Alexei 2484 RUS w ½
7 18 IM Jirka Jiri 2424 CZE s 0
8 31 FM Michalczak Thomas 2370 GER w ½
9 7 IM Bernasek Jan 2490 CZE w 1

 

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