Scacchierando.it
Botvinnik_Ragozin

Vjaceslav? Training Match!

Un racconto di Marco Lantini

Questo è un raccontino di scacchi, un raccontino drammatico, che ho scritto anni fa e che non credo nessuno abbia mai pubblicato.

Si parla di tempi un po’ andati, ma per leggerlo, se sei giovane e sai poco della storia degli scacchi, ti basta sapere che siamo nella Unione Sovietica anni 50/60 che Botvinnik era il primo grande campione del mondo del dopoguerra, e che Tal, Geller, Petrosian, Spassky, Smyslov, Polugaevsky, Keres, Bronstein, Romanowsky e naturalmente Ragozin sono di GM dell’epoca passati alla leggenda degli scacchi.

VJACESLAV? TRAINING MATCH

Mentre con altri si diceva delle scarse qualità di umiltà e modestia con cui grandi giocatori di scacchi quali Kasparov, Alekhine e Fischer trattavano chi non era alla loro altezza qualcuno mi ha sorpreso citando come esempio di garbo e grazia nientemeno che Michail Moiseevič Botvinnik detto Il Patriarca.

Gli ho risposto che appena avrei avuto un po’ di tempo gli avrei raccontato qualcosa che forse lo avrebbe fatto ricredere: mantengo ora la promessa.

E’ la storia delle sfortune del povero gran maestro Vjaceslav Vasilevic Ragozin del quale quest’anno ricorre l’anniversario.

Già sfigato col nome di battesimo il povero Vjaceslav, giovanissimo scacchista promettente, ebbe poi la sfortuna di essere prescelto come secondo dell’insopportabile patriarca.

Il lavoro all’inizio non sembrava tanto male ma presto i nodi vennero al pettine e un certo modo di fare un po’ arrogante cominciò a diventare una costante di Botvinnik con tutti ma con Vjaceslav in particolare che a volte era trattato proprio come una pezza da piedi.

Basterebbe citare quel giorno in cui Ragozin al circolo dei Pionieri gli mostrò con orgoglio la sua scoperta, 4…Ab4 nella partita di Donna, il Ragozin appunto.

Botvinnik guardò la posizione un paio di secondi alzò le spalle e disse POX una parola russa di difficile traduzione ma che a grandi linee potrebbe ricordare il fantozziano “merdaccia”.

Ma la cosa peggiore per il poveruomo era quella di essere utilizzato dal suo instancabile principale per interminabili match di allenamento.

Per averne conferma vi basta guardate sul megadatabase della chessbase la lista delle partite tra i due.

Troverete scritto LUOGO – MOSCA, EVENTO – TRAINING MATCH ed un numero immane di partite 2h.30′ per 40 mosse più 16 mosse l’ora con sospensione alla quinta ora di gioco e ripresa nei giorni successivi, un supplizio che cessò solo con la morte del poveruomo per sfinimento nel 1962.

Ragozin andava tutti i giorni al Circolo dei Pionieri di Mosca, subito dopo pranzo, aveva le chiavi del circolo e in attesa degli altri passava il tempo a sistemare e tener tutto per bene, amava moltissimo la vita del circolo.

Quando poi arrivavano Geller col piccolo e promettente Spassky, Bronstein e Petrosian, la mamma di Tal col figliuolo e con Polugaevsky, poi Keres e a volte perfino Smyslov, si organizzava il torneo lampo: un rublo a testa e 70% delle iscrizioni al monte premi.

Adorava il gioco lampo, notoriamente invece detestato dal suo ferreo principale: “Presto presto cominciamo, cominciamo prima che arrivi Botvinnik” pregava Ragozin a Romanovskij che arbitrava ma che essendo vecchio era un po’ lento.

“Rago eccolo eccolo, il Boto sta arrivando!”

“Vjaceslav ?! TRAINING MATCH !”

e giù che ridevano come matti, erano quei monelli senza rispetto di Tal, Spassky e Polugaevsky che lo sfottevano e si prendevano gioco di lui.

O di riffe o di raffe ecco il turno (fatto ovviamente a mano da Romanovsky, niente pc all’epoca) e Botvinnik non c’è.

Ma purtroppo a primo turno in corso puntualmente si spalanca la porta di ingresso del circolo e si ode la voce odiosamente nasale del Campione del Mondo:

“Vjaceslav ?! TRAINING MATCH !”

“Ma Cristo no compagno Michail Moiseevič ! Ma non eravamo di riposo oggi ?” “Ma abbiamo la sospesa dell’altro ieri no? Quel finale di cinque pedoni a testa io ho il Cavallo e tu l’Alfiere cattivo, non l’hai analizzato ?”

E non restava altro da fare che lasciare il salone del torneo e chiudersi col Patriarca nella sua stanzetta privata a perdere come sempre.

Conoscerete immagino, perché parte della letteratura su Botvinnik, la citazione che lui mai giocò lampo salvo una volta, in treno…il racconto di Botvinnik si ferma qui ma dal punto di vista del nostro Ragozin la cosa fu ben diversa.

Botvinnik doveva tenere una conferenza sul pedone di donna isolato ai giovani maestri della Iacuzia e si portò dietro Ragozin in treno da Mosca per tutta la transiberiana, un viaggio interminabile.

Ragozin si era quasi assopito ascoltando la voce nasale del Boto che gli leggeva i suoi appunti sul pedone d4 (appunti è un eufemismo, centinaia di pagine scritte fitte a matita) quando all’improvviso Botvinnik se ne uscì con “Ci facciamo una partitina lampo?”

Vjaceslav sobbalzò poi per lo stupore restò basito. Pensava “io sono una scheggia lui non c’ha mai giocato, stavolta lo batto”. Ma si emozionò. Perse malamente. L’unica occasione della sua vita.

Non possiamo dire se sia stato il dispiacere per la partita lampo o la durezza del viaggio siberiano (Botvinnik era piccolo ma tosto come un Terminator, Ragozin era grande grosso e mollaccione) e del seguente soggiorno – il compagno Botvinnik non amava le mollezze degli hotel che pure per rispetto gli venivano offerte, dormirono in una dacia contadina, letti a castello un freddo della madonna – ma il risultato fu che la salute del poveruomo declinò rapidamente e in pochi mesi morì.

Si spense solo, di notte, in un ospedale di Mosca. L’anziana infermiera, che era di turno quando avvenne il trapasso, narrò che nell’agonia prima della dipartita egli ripeté in un incessante, straziante ritornello più e più volte

Vjaceslav ?! TRAINING MATCH !

Vjaceslav ?! TRAINING MATCH !

Vjaceslav ?! TRAINING MATCH !

e poi spirò.

Marco Lantini

Nota dell’autore

Non posso ovviamente dire che I personaggi sono immaginari e ogni riferimento a persone reali è completamente casuale. Però è il racconto che invece è frutto della fantasia (a parte il motivo ispiratore ossia che le testimonianze sul brutto carattere di Botvinnik esistono veramente e numerose). In ogni caso tante scuse ai protagonisti citati dei quali a quanto so il solo Boris Spassky è ancora fra noi

Lascia un commento

Devi essere loggato per lasciare un commento. Clicca per Registrati.