Il 1882 sa di Graham’s
Questo articolo é nato tanto tempo fa e non avrei mai pensato di poterlo pubblicare, forse addirittura di poterlo redigere. É un privilegio possedere la memoria storica di eventi successi nel 1882. Il mondo degli scacchi, per un periodo lunghissimo, impensabile per i giorni nostri, ha visto la serie più lunga di vittorie della storia ad opera del fortissimo Wilhelm Steinitz:
dal 1873 al 1882 non solo imbattuto, ma sempre vincente per 25 partite consecutive. Immaginatevi il privilegio dei giocatori di scacchi di allora nel poter assistere ad un evento di questa portata. Un giocatore simbolo e faro dell’epoca. Una decade da indiscusso ed indiscutibile padrone della scena. Per onor di cronaca citiamo George Henry Mackenzie, l’avversario che fermó Steinitz dopo 36 mosse con il risultato di patta. Tutta la conoscenza tecnica delle partite è disponibile. Chi avesse voglia e curiosità troverà tutte le risposte che cerca nel leggere il testo: “I miei grandi predecessori “ di Kasparov.
Come possiamo intrecciare questo fatto storico unico e mai più ripetuto con il meraviglioso mondo del vino mantenendo vivo il collegamento con il mondo degli scacchi? Lo farò in due modi: quello storico e quello emotivo.
Torniamo più indietro nel tempo, nel 1857 quando « The Vienna Chess Society » venne fondata. Come possiamo immaginare, l’importante torneo di Vienna diede molto lustro alla città; famosi intellettuali, nobili ed aristocratici dell’epoca ebbero un grande interesse per gli scacchi.
Chi furono i due sponsor del torneo nel 1882? Ignatz Kolisch, mercante, maestro di scacchi e giornalista ungherese ed Albert Rothschild. Può essere che a molti di voi scacchisti questo secondo nome sia conosciuto e che lo colleghiate al mondo bancario. Ci furono tuttavia altre importanti fonti di investimento per la famiglia. Una di queste è il vino. Districarsi fra la storia della famiglia non é semplice, ma il collegamento è interessante. Albert è figlio di Anselm Solomon Rothschild. Anselm ha una sorella, Betty, che sposerà James Meyer de Rothschild, colui il quale nel 1868 compra Château Lafite. James é anche lo zio di Nathaniel che nel 1853 fonda Château Mouton Rothschild. Due dei 5 grandi fari dei prestigiosi vini del Médoc e Pessac-Leognan a Bordeaux. L’interesse per gli scacchi é grande nella famiglia. Difatti Albert è anche presidente del circolo oltre che sponsor principale.
Spostiamoci un po’ più a sud, in Portogallo, dai grandi vini di Bordeaux quindi a dei magnifici porto. Il 1882 é un anno importante per Andrew James Symington che arriva ad Oporto, in Portogallo. In quell’anno verrà prodotto un vino che verrà invecchiato per oltre un secolo. Questa culheita aspetta, riposa, evolve, matura e si esprimerà a distanza di 130 anni in soli 656 esemplari messi fino ad ora in commercio. La riflessione storica su un evento passato e la sua comprensione ci aprono le porte della conoscenza. La storia forma indissolubilmente il nostro presente.
Torniamo agli scacchi ed allo studio necessario per raggiungere la vetta: quante ore interminabili di solitudine e silenzio analizzando partite e cercando soluzioni! All’epoca non c’era il computer, non c’era internet dove poter reperire le partite on line giocate dagli avversari. Oggi sembra tutto cosí banale; giocare a scacchi bene richiede uno sforzo incredibile nel nostro tempo, ma 130 anni fa mi immagino un professionista studiare e contemplare per ore interminabili la scacchiera con annotazioni personali, grandi archivi per i più fortunati. Il buio per la moltitudine. L’arte si collega ancora una volta agli scacchi grazie a Edward Hopper, casualmente, nato proprio nel 1882: artista americano in grado di dipingere il silenzio.
Veniamo all’intreccio fra Steinitz, Graham’s, Hopper e il sottoscritto.
Penso di essere fortunato e privilegiato nel poter lavorare in uno degli ambienti più prestigiosi del mondo. Il Mandarin Oriental a Milano rappresenta infatti il fulcro di quello che la ristorazione ad alto livello si impone di essere. L’Italia ha fra le sue fila una tradizione centenaria di locali che hanno segnato la storia. Basta pensare al Caffè Florian a Venezia, punto di riferimento di Goethe, Proust, Dickens, Hemingway. L’alta ristorazione ha l’onore di poter somministrare pietanze e bevande prestigiose per un pubblico molto ristretto e fortunato che sempre più consapevole si nutre di emozioni e non solo di calorie.
La scrittura trasuda il privilegio di una conoscenza gustativa antica di 130 anni; poche settimane fa abbiamo aperto una bottiglia di Graham’s “ Ne Oublie “ 1882, probabilmente una delle bottiglie più rare e belle che esistano in circolazione. Un pranzo di affari molto importante nella nostra saletta privata che si é concluso con l’espressione di una storia che personalmente mi tocca più di tante altre. Ho volutamente chiesto all’ospite, con autentica malizia, una sorta di “dazio” all’apertura della bottiglia, una personale conditio sine qua non, di poter assaggiare un bicchiere di Porto del 1882. La generosità di quest’uomo ha superato ogni più rosea aspettativa (per la cronaca, una porzione da 5cl costa 1882 €) tanto da permettermi di avere un bicchiere intero che ho quindi potuto condividere con parte dello staff. Quando ho chiuso gli occhi ed ho fatto passare il liquido dolce nella bocca, le immagini che ho avuto in mente sono andate subito a Steinitz: lui c’era e oggi posso dire ci sono stato anche io. Il vino insieme al Whisky e al Brandy sono per me quelle forme d’arte che permettono di viaggiare nel tempo con tutti i sensi. Che gusto aveva? Era buono ? Di cosa sa un vino del 1882 ? Per me sapeva di Steinitz e non poteva essere altrimenti. Una lunghezza e persistenza infinita come le vittorie continue di questo grandissimo campione del mondo. Sapeva di Edward Hopper che mi ha fatto ripensare ad Automat, una donna sola all’interno di un ristorante ad autunno.
Stiamo continuando un viaggio con l’uomo e le sue passioni che lo descrivono mettendo in risalto tutte le sue sfaccettature. Figure fondamentali dei movimenti artistici, letterari e filosofici del passato. Questa cultura e soprattutto la memoria storica di avvenimenti che hanno cambiato il nostro modo di vedere e vivere il tempo si perdono e si assottigliano quando non sono narrati. Piccole pillole che non vengono sviluppate integralmente volutamente. Tutto si puó apprezzare anche a piccole dosi, come un bicchiere di porto oppure una partita di scacchi o un quadro.
Anche la storia ha un sapore, un gusto e per me il 1882 oggi ha il sapore di Steinitz e Graham’s.
21 ottobre 2019 - 19:18
Pezzo straordinariamente raffinato, d’obbligo prima di tutto ringraziarti per la lettura.
Nel creare ponti da quel 1882 il fil rouge è evidentemente quello che attraversa i tuoi interessi e li collega in quel bacino immenso che è la cultura.
Cultura è quella scacchistica, in senso stretto per quanto attiene al pensiero, alla dimensione del calcolo e dell’ideazione, via via in termini più ampi, quali specchi dei luoghi e delle epoche che fanno da sfondo a quegli scacchi. Sempre presente e affascinante poi la dimensione delle storie umane che gli scacchi raccontano, impossibile narrarli senza aneddoti, frasi, episodi, amicizie come rivalità, alla fine intere vite. Steinitz è al tempo stesso uno dei maggiori giganti del pensiero scacchistico e un uomo travolto dai progressivi eventi, alla fine ferito e schiacciato nella sua debolezza e mortalità. Si può porre la domanda: un gigante o un uomo piccolo e fragile? O entrambe le cose? Un vino straordinario che riporta anche all’epoca di un invincibile Steinitz… E’ già una risposta.
Cultura è l’arte e dal cilindro delle tue esperienze esce l’ammirazione per Hopper, nato in quel 1882. Se non abbiamo competenze sufficienti basta un primo assaggio con qualche click: opere e narrazioni dell’uomo e dell’artista. La semplice sequenza delle immagini basta a comunicare le tante solitudini e la sensazione di luoghi e persone immersi nel silenzio.
Cultura è il vino, meno accessibile però, qui internet non ci aiuta, quanto meno nell’esperienza olfattiva e gustativa. Quali luoghi, quali colline, quali viticci, quali cure, quali affinamenti, quali sapori, quali nuovi tentativi. Un eccellente vino da meditazione, non necessariamente del 1882 (!!), sembra sposarsi magnificamente con l’ammirare l’arte o una splendida partita di scacchi (magari senza software…).
Mentre leggevo del costo di un bicchierino da 5 cl ho immediatamente pensato al contrasto con i nostri giorni, tra crisi economiche, cadaveri in fondo al Mediterraneo e ghiacciai che si sciolgono. La grande finanza si permette un porto così e pianifica grandi operazioni e altrettanto grandi guadagni, forse incurante dei problemi accennati, magari non dà nemmeno a quel vino straordinario quel senso di storia, passioni, atmosfere, immagini, memorie, pensieri, cultura.
C’è tempo e senso oggi per la cultura? Ovviamente sì. Tutto ciò che ci rende un po’ più esseri umani ci aiuta a pensare, a rabbrividire per le tragedie dell’immigrazione o delle guerre, a interrogarci sulla nostra epoca, che si tratti della struttura del mondo umano o del rischio climatico. Se così non fosse ridurremmo le opere di Hopper a scarabocchi, gli scacchi a calcoli, le esperienze del gusto a calorie. Saremmo un po’ meno umani, un po’ meno consapevoli, e forse il nostro destino sarebbe segnato.
Non avrei pensato e scritto nulla di tutto questo se non avessi letto il tuo pezzo…
22 ottobre 2019 - 12:14
Grazie Angelmann,
Il tuo pensiero si apre a molte riflessioni su cosa sia giusto, etico, corretto.
Di fronte alla povertà e la miseria il nostro stile di vita occidentale, i nostri privilegi sono delle forti condanne per l’umanità.
L’arte fa fatica ad esprimersi in mezzo a chi muore di fame e viene bombardato incessantemente.
La cultura apre le porte dell’evidenza.
Grazie per il tuo commento. Scrivo molto per me stesso, ed un commento come il tuo mi gratifica quanto basta per condividere altre storie.
22 ottobre 2019 - 19:25
Bravo Andrea. Sei una goccia che cade nella tinozza dell’indifferenza, ma con una tale concentrazione che potrebbe funzionare da catalizzatore ?.
Avanti così.
22 ottobre 2019 - 23:56
Mario, mi lusinga e preoccupa allo stesso tempo.
23 ottobre 2019 - 07:36
Hai ragione nel preoccuparti.
Indifferenza e superficialità non hanno bisogno di essere nutrite, per questo si propagano rapidamente e conquistano una posizione di dominio che per fortuna è solo numerica.
La responsabilità per chi va controcorrente è quindi molto alta : deve contrastare quel dominio numerico con altrettante piccole concentrazioni di qualità e può smettere solo pagando un prezzo molto alto in autostima, oppure confluendo nel disprezzo del prossimo, quasi tutti eredi di scimmie che troppo frettolosamente sono scese dagli alberi. ?
23 ottobre 2019 - 11:04
Bellissimo articolo, complimenti all’autore.
L’arte, in ogni sua forma è l’espressione più alta dell’esistenza umana.
24 ottobre 2019 - 01:11
I vostri commenti mi riempiono di soddisfazione.
Vi ringrazio profondamente.
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