Harry Nelson Pillsbury
Harry Nelson Pillsbury, l’eroe di Hastings
Harry Nelson Pillsbury rinverdì nella fantasia degli americani e degli appassionati scacchisti dell’epoca il mito di Murphy, e cioè quello di un giocatore di livello eccelso in grado di conquistare l’Europa. La sua figura è legata all’assoluta eccezionalità di alcune sue imprese ma anche, purtroppo, ad un tragico destino.
Pillsbury nacque a Somerville, nel Massachusetts, il 3 dicembre 1872.
Iniziò a dedicarsi agli scacchi agonistici nel 1890 (aveva imparato il movimento dei pezzi a 16 anni), per poi passare alla carriera professionistica in un tempo relativamente breve, nel 1893. In un primo momento il suo talento scacchistico si concentrò soprattutto sulle esibizioni in simultanea alla cieca. Si dice che abbia giocato più di 1000 partite alla cieca in più di 70 simultanee. Stabilì il primato del mondo dell’epoca, aMosca nel 1902, giocando alla cieca su 22 scacchiere (+17 -1 =4). All’esibizione assistette anche AlexanderAlekhine, che all’epoca aveva nove anni e che in seguito ricordò: “L’impresa mi lasciò stupefatto, come del resto stupì tutto il mondo degli scacchi”. Curioso come facesse precedere queste esibizioni con una sorta di “riscaldamento”, invitando gli astanti a fornirgli una lista di trenta parole, anche le più strane, e lui le avrebbe memorizzate all’istante. Si racconta che nel 1896 gli venne proposta una lista accuratamente preparata per mandare “in tilt” qualsiasi memoria. Ma Pillsbury non solo riuscì a ripetere immediatamente la bizzarra lista, ma testimoni dell’epoca hanno affermato che quando il giorno dopo l’evento Harry raccontò il fatto, alla domanda su quale fosse il contenuto della lista, egli rispose sciorinando di nuovo l’assurdo elenco. Chernev e Reinfeld, nella loro opera “The Fireside Book of Chess” affermano che questa fosse la lista: “Antiphlogistine, periosteum, takadiastase, plasmon, ambrosia, Threlkeld, streptococcus, staphylococcus, micrococcus, plasmodium, Mississippi, Freiheit, Philadelphia, Cincinnati, athletics, no war, Etchenberg, American, Russian, philosophy, Piet Potgelter’s Rost, Salamagundi, Oomisillecootsi, Bangmamvate, Schlechter’s Nek, Manzinyama, theosophy, catechism, Madjesoomalops”. Leggenda? Forse…
Il giovane Alekhine non fu l’unico impressionato dal talento di Pillsbury. Anche José Raul Capablancasubì una decisiva influenza ed è addirittura Garry Kasparov a raccontarcelo nel primo volume de “I miei grandi predecessori”, in cui afferma che due furono i fattori determinanti per l’avvicinamento di Capablanca agli scacchi agonistici: il match Steinitz-Chigorin del 1892, discusso e analizzato lungamente a L’Avana, e il fatto di aver assistito ad una simultanea alla cieca di Pillsbury, fatto che lo elettrizzò e gli accese nell’animo il desiderio di iscriversi all’Havana Chess Club, iniziando in pratica la sua prodigiosa carriera.
Pillsbury agli inizi della propria carriera professionistica, al Manhattan Chess Club
Il suo primo grande successo scacchistico e anche il più celebre è quello ottenuto al famoso torneo diHastings nel 1895 (per dettagli sul torneo vedi qui: http://www3.sympatico.ca/g.giffen/hastings1895.htm). In precedenza si era comunque segnalato battendo Steinitz in un match in cui però godeva del vantaggio di un pedone (1892, 2 vittorie e una sconfitta per Pillsbury).
I protagonisti del torneo di Hastings 1895, Pillsbury è il quarto seduto, partendo da destra
Al torneo di Hastings potè partecipare grazie al finanziamento di alcuni suoi sostenitori. All’inizio il successo sembrò arridere a Chigorin, ma a partire dal quinto turno Pillsbury vinse 8 incontri in fila, ottenendo il primo posto in classifica che conservò fino alla fine; non fu immune da sconfitte in questo estenuante torneo, ventuno turni: perse tre partite, con Chigorin, Lasker e Schlechter, ma vinse tra gli altri con Tarrasch e Steinitz, tenendo poi un rendimento elevatissimo contro i giocatori non di primissimo piano.
Una recente ristampa del libro del torneo di Hastings 1895
Curiosamente avvenne quasi l’esatto contrario al torneo di Norimberga del 1896, dove riuscì a battereLasker, Steinitz e Chigorin, ma venne più volte sconfitto da “outsiders”.
I partecipanti al torneo di Norimberga 1896, Pillsbury è il terzo seduto, partendo da destra
Comunque i Grandi lo hanno molto sofferto in carriera, questo il computo di alcuni confronti:
+5 -5 =3 contro Steinitz
+7 -7 =6 contro Chigorin
+5 -5 =2 contro Tarrasch
+5 -5 =4 contro Lasker
Sempre nel 1895 partecipò ad un clamoroso quadrangolare a San Pietroburgo. I quattro partecipanti erano Lasker, Steinitz, Chigorin e appunto Pillsbury (che quindi fu quasi immediatamente considerato al livello dei più forti della sua epoca); dovevano sfidarsi in un girone triplo con partite di andata e ritorno (18 partite dunque per giocatore!): dominò Lasker, secondo Steinitz, terzo Pillsbury e quarto Chigorin.
I “quattro di San Pietroburgo 1895-96”: Chigorin, Lasker, Pillsbury e Steinitz
Nel 1896, tornato in America, venne sfidato da Showalter, in palio il titolo di Campione Americano. Pillsbury vinse, ma lasciò all’avversario il titolo di Campione, affermando che “c’era solo un titolo che lo interessava” (dal “New Englander” dell’epoca): evidentemente il desiderio di un confronto con Lasker era ben presente.
Nel 1898 giunse primo al torneo di Vienna a pari merito con Tarrasch, che però lo superò nell’incontro di spareggio; altri tornei in cui ebbe un ruolo di primo piano furono senz’altro Londra 1899, secondo dietro aLasker, Parigi 1900, ancora secondo, ancora dietro Lasker, Monaco 1900, primo a pari merito conMaroczy e Schlechter. Si sposò nel 1901 a Filadelfia. Le sue prestazioni di primissimo piano continuarono con una manciata di importanti tornei nel 1902-03. L’ultimo torneo disputato coincide conCambridge Springs 1904.
Purtroppo ebbe vita breve, morendo a Filadelfia, il 17 giugno 1906 per sifilide, una malattia a trasmissione sessuale allora incurabile; a Pillsbury era stata diagnosticata qualche anno prima della morte e il livello dell’ultimo torneo del campione americano non fu eccelso. Si prese una bella soddisfazione però controLasker (vedi nelle partite selezionate).
Lo stesso Lasker, in un ricordo di Pillsbury scritto sul New York Times in occasione della sua scomparsa, diede una versione immaginifica delle cause della sua morte: “E’ morto per una malattia causata dall’eccessivo sforzo delle cellule mnemoniche”, probabilmente imputando questo fatto alle prodigiose esibizioni alla cieca di Pillsbury: la verità era comunque molto più prosaica ed era conosciuta da tempo del giro ristretto degli amici più fidati del campione americano; già nel 1905 la malattia l’aveva portato vicino al suicidio. Di carattere socievole e dai modi eleganti, riscosse successo e ammirazione ad ogni occasione; era anche un instancabile fumatore di sigari (si parla di una dozzina a partita!), alla scacchiera aveva un grandissimo controllo di sé, riuscendo a mantenere un atteggiamento calmo e concentrato in qualsiasi situazione.
L’importanza di Pillsbury nel firmamento scacchistico è ribadita qui, dove è considerato il primo di ogni epoca tra i giocatori “non Campioni del Mondo”:
http://db.chessmetrics.com/CM2/PeakList.asp
Alcune immagini rilassate di Pillsbury
Per almeno un decennio, dal 1898 al 1904, Pillsbury animò il famoso automa Ajeeb, che in quel periodo si trovava collocato in Coney Island: inutile dire che in quel periodo l’automa non perse nemmeno una partita…
L’automa scacchista Ajeeb
In un’epoca in cui il tratto 1 e4 era quasi obbligatorio, Pillsbury scrisse pagine importanti sulla Partita di Donna. Famoso il cosiddetto “Attacco Pillsbury” basato sulla configurazione d4-Ce5-f4 di cui è uno storico esempio la partita vinta contro Tarrasch, proprio ad Hastings 1895.
Alcuni dei rari testi dedicati all’opera di Pillsbury