A cena con Michele Godena
Si precisi subito!
Considerato che:
il buon Godena vive da molto tempo in Liguria e di questa stupenda terra ha preso la caratteristica principale (l’avarizia);
il super mega Lup. Man. Gran Uff. e Gran Mogol Bellincampi non tira fuori 10 centesimi a meno di non trovarsi di fronte ad una rapina a mano armata;
la Federazione Scacchistica Italiana non tratta bene i suoi rapporti con la stampa specializzata e non paga una cena a due pellegrini venuti da fuori;
LA CENA L’HO PAGATA IO!
Fatta la premessa si proceda con la cronaca.
Come si può leggere a parte, ad Assisi si è svolto un stage delle diverse nazionali. Venuto a conoscenza del fatto, mi sono detto: “Assisi – Roma sono pochi chilometri, perché non andare a trovare Michele, che non vedo dai tempi del MIO STRAORDINARIO SUCCESSO in quel di Calvià?” Lo so bene che arrivato ad Assisi sarei stato subissato da domande tecniche e ci sarebbero potuti essere momenti di imbarazzo con l’istruttore dello stage… Ma sono rischi che una personalità scacchistica come la mia conosce molto bene e ai quali sono oramai abituato da tempo. Certo non avrei mai rivelato i più reconditi pensieri e profondi studi per non diventare un giocatore di scacchi, ma questo non fa che alimentare la leggenda sulla mia scarsa capacità di capire gli scacchi.
Della mia balzana idea dovevo informare il mega direttore galattico, Gran Mogol delle Penisole Scandinave Bellincampi! Arrivo in redazione trafelato e preoccupato dalle isteriche reazioni del Direttore e solo dopo due ore di anticamera sono stato ricevuto. Percorsi i 132 metri dalla porta alla scrivania, mi sono trovato di fronte all’uomo più temuto dell’intero mondo scacchistico: colui che può tutto o quasi!
Esposto il mio piano, ho atteso il dovuto tempo di riflessione del Direttore e dopo un po’ egli così ha deciso: “Si può fare a patto che si vada con LA TUA macchina, si viaggi con LA TUA benzina, si paghi la cena con LA TUA carta di credito.” Proposta più che ragionevole. Alle 14.30 del giorno 28 gennaio, i due emissari del Blog Scacchierando si sono messi in viaggio, previo telefonata a Michele per le dovute raccomandazioni del caso. Godena ci ha assicurato che non saremmo stati assaliti dai curiosi e dai fans del blog e nessuno mi avrebbe chiesto spiegazioni tecniche sulla famosa partita Lotti – Di Mauro.
Arrivati presso l’hotel, dopo un viaggio, reso interminabile da un tom tom capriccioso e dalle paure del pavido Bellincampi, siamo andati a vedere la situazione. Incontrandoci con i mostri sacri del nostro scacchismo, debbo dire la verità, un po’ di emozione io l’avevo, il nostro Direttore sembrava invece più a suo agio, almeno all’apparenza. Con estremo piacere ho abbracciato la Fierro, sempre bella e sorridente e (con meno piacere essendo un uomo, a dire il vero) ho abbracciato anche Mogranzini, oltre l’aver stretto la mano agli altri top players. Il nostro mitico Super Michele, appena avvistatoci, ci è venuto incontro, con passo felpato e veloce. Dopo le sentite effusioni, siamo stati pronti per la luculliana cena.
Durante il viaggio, l’Archè Bellincampi si era raccomandato più volte: “Dante, mi raccomando, evita di parlare di scacchi con Michele. Non vorrai stressarlo con le tue elucubrazioni sulle tue varianti. I rischi sono due: il primo è che dopo una settimana di stage potrebbe essere stanco e la seconda è che potrebbe non capire le raffinatezze delle tue sconfitte.” Tranquillizzato il Direttore, mi sono messo l’anima in pace, pensando ai diversi argomenti da trattare: donne, vino, viaggi, l’antropomorfismo universale, l’essenza dell’Essere, rapporto fra Essere e Tempo, l’animismo Induista… si, di argomenti decenti per la serata li avrei avuti, bastava ripassarli lungo l’interminabile viaggio…
Appena giunti a tavola le prime parole del Direttore sono: “PER CASO, caro Michele, hai visto la mia patta con SVESHNIKOV ???” (giusto per non parlare di scacchi!!!). Michele tenta una difesa e risponde con: “mi pare che fosse una berlinese…”. Il Direttore, scandalizzato, rincalza: “NOOOOOOOO è stata una siciliana c3, proprio tratta dal tuo libro.” Michele agonizzante si arrende:” va bene, parliamone…”. Da quel momento è iniziato un turbinio di parole senza senso, di lettere e numeri che si accavallavano, fuggi fuggi dai tavoli vicini di persone sconvolte dal codice cifrato dei due scacchisti… Io, nel più ampio imbarazzo, conoscendo la mia natura timida e riservata, cercavo di riportare il discorso su binari più consoni all’ambiente, magari concentrandosi su cosa ordinare per mangiare… Ad un certo punto, la signora del saloon spara due colpi in aria e riesce ad ottenere un minimo di attenzione per due antipasti, due fettuccine e un pollo alla diavola, niente vino, drammaticamente solo acqua. Assolta alla sua funzione, con un certo disprezzo e qualche timore, la signora è fuggita via, lasciandomi solo in quel turbinio di alfieri vacanti, cavalli disarcionati e regine impazzite.
Quando finalmente credevo che si iniziasse un discorso sulle donne, mi sono reso conto che in realtà non si stava parlando di femmine di Berlino o inglesi, nè tanto meno di ammiccanti francesi, ed io, che ero pronto a ribattere con disponibili americane e sconvolgenti finlandesi, ho dovuto ricredermi: si parlava ancora di scacchi…e quindi sono tornato nel mio guscio, fatto di tenere coscette e gustoso tartufo.
Due giovani ragazze, al tavolo vicino a noi, attratte dal clamore della discussione, all’ennesimo “c4 alfiere d7” si sono più volte girate per capire chi fossero quei due strani tipi che a tavola preferivano giocare alla battaglia navale anziché abbuffarsi di salame umbro. Rivolgendomi alle due giovani, ho semplicemente spiegato loro che lo stage dei nazionali di battaglia navale si era appena concluso e che i due ragazzi stavano commentando le analisi fatte: mi è sembrata la spiegazione più plausibile da dare per giustificare la foga e il vociare dei due scalmanati scacchisti.
Poi quando la discussione si è infognata sull’attacco zuavo della variante lapponica, le forze mi hanno abbandonato e ho ceduto alla tentazione del secondo tortino al cioccolato bianco con frutti di bosco.
Assolto il mio dovere con la MIA carta di credito, i due mi hanno degnato di uno sguardo, a dire il vero piuttosto caritatevole, e si sono rituffati nel loro mondo. Quando oramai eravamo solo noi nel ristorante e i camerieri spazzavano sotto i nostri piedi le briciole del pasto, ci è venuto il dubbio che FORSE sarebbe stato meglio uscire. Riaccompagnato il mitico in hotel, quando la serata sembrava finita, il nostro Direttore tira fuori l’asso dalla manica: un libro di scacchi!!! Credo di essere crollato. Michele, giustamente incuriosito, guarda il libro e inizia un’altra fitta discussione con Bellincampi, conclusasi, dopo altri 30/40 minuti, nella hall dell’hotel. Stanco, soddisfatto, con gli occhi di chi aveva appena finito la sigaretta dopo una lunga notte di amore, il Direttore consente che io possa accendere la macchina per la via del ritorno. Un abbraccio forte al nostro mitico, uno sguardo malinconico fra i due amanti e via per le strade buie e tortuose della verde Umbria. In macchina con poche parole, rotte da un silenzioso singhiozzo, il Direttore mi dice: “E’ bello parlare con Michele di tutto, per fortuna non hai iniziato a parlare di scacchi!!!” Non ho replicato e, ringraziando in mente mia il buon Godena per la serata, ho accelerato al massimo, tanto Bellincampi stava con la mente da un’altra parte!