Intervista a Lexy Ortega
Abbiamo raggiunto Lexy Ortega, Direttore Agonistico della Federazione Scacchistica Italiana e responsabile delle convocazioni per la Nazionale dal 2012. In occasione delle recenti Olimpiadi di Tromso, quali criteri hai usato per selezionare i cinque giocatori ed entro quale data hai dovuto diramare le convocazioni?
Un saluto agli amici di Scacchierando. Mi è stato chiesto di consegnare le convocazioni entro la fine di Aprile 2014; cosicché tutti parametri da me presi in considerazione risalgano al periodo precedente al 01/04/2014. La prima cosa che ho fatto è vedere e analizzare le partite dell’ultimo anno dei giocatori eventualmente selezionabili. Dopo 12 giorni di duro lavoro, ho estratto delle conclusioni che unite ad analisi aritmetico-statistiche (tabella allegata) mi hanno consentito di decidere i giocatori.
Dal quel che ci dici, al momento delle convocazioni sia Daniele Vocaturo che Alberto David non erano stati così poco attivi. Per il futuro, pensi sia opportuno fare le convocazioni in prossimità della data d’inizio della competizione?
Dalla tabella si evidenzia come il numero di partite giocate nell’anno precedente da David e Vocaturo è sufficiente. Considerando l’esistenza di una data di scadenza per l’iscrizione dei nominativi, considerando anche le difficoltà logistiche per le prenotazioni alberghiere, treni, aereo, è chiaro che avvicinarsi di più alla data della competizione da una idea più precisa della forma sportiva degli atleti.
In una recente intervista che ci ha rilasciato il Capitano della Nazionale, Kogan ha dichiarato “il vecchio sistema di scegliere i giocatori seccamente con l’Elo, o da una persona che non allena e non è in continuo contatto con i giocatori, è semplicemente non professionale”. Da quel che ci hai appena detto, le tue scelte non si sono basate solo sull’Elo. Cosa ti senti di dire a riguardo?
Concordo con la prima parte dell’affermazione di Arthur, infatti come in precedenza spiegato ho utilizzato più criteri per arrivare alla mia scelta, mentre nella seconda parte sono in disaccordo in quanto pur non allenando la squadra tuttavia ho allenato alcuni di loro, ho giocato e analizzato decine di partite con loro, conosco bene le loro caratteristiche, punti di forza e di debolezza e proprio il fatto di seguirli dall’esterno mi consente di avere un criterio di scelta molto obbiettivo.
La decisione di lasciare a casa un pilastro della Nazionale come Godena è stata sofferta? Come valuti il paragone con Puyol, e la Nazionale di calcio spagnola, fatta dal Capitano della Nazionale nell’intervista che ci ha rilasciato dopo le Olimpiadi?
E’ chiaro che lasciare a casa il pluricampione italiano Michele Godena è stata una scelta difficile, tuttavia Arthur non ci dice al posto di chi lo avrebbe portato? Considerare poi, a posteriori, come prima causa della disfatta azzurra la sua mancata convocazione mi sembra un’affermazione di comodo e non realistica: prendendo in considerazione il punteggio delle quattro sconfitte della squadra, concedendo al capitano l’intuizione di averlo schierato (al posto di un giocatore che ha perso) in quegli incontri, ammettendo che Michele vince tutte e quattro le partite, avremmo ottenuto due pareggi in più, che certamente miglioravano la situazione in classifica ma non rispettavano le aspettative. Nel paragone con il calcio vorrei far notare che le convocazioni sono 23 e che tutti giocano con un solo pallone, diversamente negli scacchi il gioco di squadra è la somma di quattro singole partite. Il contributo che da un giocatore alla squadra risiede nel fatto di gestire la propria partita forzando o meno in dipendenza dell’andamento della squadra, qualità questa che viene sviluppata nei tornei individuali dove il giocatore forte forza o meno la partita condizionato dalla classifica, l’abilità nel farlo è sinonimo di buoni risultati.
Riguardo il futuro, il Capitano della Nazionale ha proposto di adottare i seguenti criteri per selezionare i convocati: Caruana, CIA (2), giocatore più in forma e giocatore “di squadra”. Sei d’accordo, o pensi sia meglio usarne in parte altri?
Come avrai notato, questi criteri sono compresi nei miei; per la scelta del “giocatore più in forma” utilizzo criteri statisticamente validi. Comunque con i criteri di Arthur arriviamo alla seguente squadra: Caruana, Dvirnyy, David e poi a rigore il “giocatore di squadra” dovrà sostituire Brunello? Oppure Vocaturo? In ogni caso, secondo il mio parere, il criterio di “giocatore di squadra” è troppo fumoso e soggettivo e nel futuro si può trasformare in una “Wild Card” per portare chi si vuole a discapito dei risultati di altri.
Al momento, le convocazioni sono di competenza del Direttore Agonistico. Kogan auspica che la responsabilità passi nelle mani del Capitano. Come valuti la possibilità che le scelte siano frutto di una decisione comune, magari dopo delle pre-convocazioni di sei giocatori tra i quali poi, dopo averli “testati” dal vivo, scegliere i cinque da convocare?
Credo con tutta sincerità che le convocazioni siano e debbano essere soltanto competenza del D.A. perché solo lui ha un’idea generale del panorama scacchistico italiano prendendo in considerazione le esigenze dei giocatori in quanto a: rinnovo, opportunità, futuro, sviluppo, affermazione, aspetti economici; coniugandole con l’esigenza della F.S.I, esigenze economiche, burocratiche, logistiche ecc. Il tutto inquadrato all’interno di un piano generale di sviluppo degli scacchi in Italia. Per tutto questo la figura del D.A. è insostituibile, perciò penso che il ruolo dell’allenatore-capitano, nel successo cosi come nell’insuccesso, deve essere di preparare-allenare la squadra che gli hanno affidato. Detto questo l’idea di fare un concentramento di almeno 10-12 giorni prima della gara, con la partecipazione di una squadra allargata, potrebbe far nascere il criterio di “comportamento nell’allenamento” che comunque va valutato con grande attenzione senza escludere gli altri criteri.
Prima di chiudere, una domanda d’obbligo. Dopo la delusione delle ultime Olimpiadi, cosa ti senti di dire ai tifosi che seguono la Nazionale con tanto affetto?
Mi sento di dirgli che dopo una serie di successi purtroppo è arrivato il quasi statisticamente inevitabile insuccesso, per la somma di una serie di eventi negativi (si legga 3 forti giocatori giocano male in contemporanea, risultato ultimo turno ecc.) tuttavia da questa esperienza negativa dobbiamo ripartire per conquistare ancora di più il successo internazionale.