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La promessa di oggi: intervista a Denis Rombaldoni

Siamo alla seconda puntata di questa serie di interviste. Dopo Maxime Vachier-Lagrave arriviamo a Denis Rombaldoni. Il ragazzo pesarese fa parte di quella che, a buon titolo, si può considerare LA famiglia dello scacchismo italiano. Papà Andrea ha un Elo Fide di 2253, Denis è un maestro internazionale della terribile ‘brigata 89’ con 2418 Elo Fide, Axel è un maestro Fide del ’92 con 2309 – ma vanta un personale di 2399 nell’ottobre 2007 – e Brian e Sharon sono rispettivamente una 1n da 1831 e una 3n da 1425. A voi di fare la media!

Lo abbiamo intervistato a qualche giorno dalle Olimpiadi, in pieno fervore FantaScacchierando e con un occhio rivolto al match Anand-Kramnik. Alcune domande risulteranno datate, ma la freschezza delle sue risposte penso non ne risenta. Per questo ho deciso di mantenere l’intervista nella sua completezza.

Scacchierando: Vuoi presentarti per chi non ti conoscesse?

Denis Rombaldoni: Mi chiamo Denis Rombaldoni, ho 19 anni e vivo a Pesaro. Ho terminato lo scorso anno il Liceo Classico e ora sto studiando all’Università di Urbino alla facoltà di Economia e Commercio. Sono il primogenito di una famiglia numerosa, infatti ho 2 fratelli e 2 sorelle, e tutti quanti giocano a scacchi (fatta eccezione per la più piccina che ha appena 3 anni, ma alla quale stiamo già insegnando a muovere i pezzi). All’età di 4 anni sapevo già muovere i pezzi grazie agli insegnamenti dei miei genitori, anche loro scacchisti, e a 7 anni ho fatto il mio primo torneo. Purtroppo dopo poco tempo ho deciso di mettere gli scacchi da parte per dedicarmi esclusivamente al calcio ed è grazie a mio fratello Axel, di 3 anni più piccolo, che ho ripreso a giocare. Infatti ero diventato geloso del fatto che lui passava spesso i fine settimana da solo con mio babbo perché andavano a fare dei tornei, così una domenica ho chiesto a mio babbo se potevo venire anche io, e da li ho ripreso a giocare, sempre con più voglia e con più dedizione. A 12 anni ho iniziato a studiare con Igor Efimov ed è merito suo se sono arrivato a questo livello. La svolta è stata quando a 14 anni ho smesso definitivamente di giocare a calcio per pensare solo agli scacchi e alla scuola. È da quel momento che ho iniziato ad ottenere buoni risultati e ho capito che sarei potuto arrivare ad un buon livello.
I risultati più prestigiosi che ho ottenuto sono: 3 titoli nazionali giovanili: Under14 nel 2002, U16 nel 2004 e U18 nel 2007; la vittoria di un torneo internazionale ad appena 14 anni a Montebelluna nel 2003; la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Torino nel 2006 con la squadra B; il 4°-7° posto ex equo all’Europeo U18 nel 2007; la convocazione per le Olimpiadi di Dresda.

S: Parliamo della convocazione per le Olimpiadi di Dresda – convocazione tanto più importante perché sarete solo in cinque a dover reggere il confronto con le altre nazioni. A Torino hai fatto parte della squadra B, come detto, mentre per Dresda hai avuto la fiducia del GM Mariotti che, nel suo comunicato (http://federscacchi.it/doc/notcom/d20080917035247_olimpiadi_di_dresda.pdf), si è esposto con un elogio deciso nei tuoi confronti pur ricordando la concorrenza ‘scomoda’ degli IM Vocaturo e Ronchetti.

DR: Sicuramente per me è un’enorme soddisfazione il poter vestire i colori della Nazionale alle Olimpiadi di Dresda e sono molto contento di aver convinto un grande giocatore come è Sergio Mariotti a convocarmi. Come hai già giustamente detto la concorrenza di Daniele e Niccolò, che tra l’altro sono due miei buoni amici, era “scomoda” e mi dispiace che non possiamo stare in squadra insieme come alle Olimpiadi di Torino, ma da quest’anno le squadre sono composte da 5 elementi anziché 6, e quindi non c’era spazio per tutti. Durante l’estate ho dato il massimo per guadagnare l’approvazione del commissario tecnico e con sicuramente un po’ di fortuna ci sono riuscito! Da parte mia prometto la massima concentrazione, serietà e combattività di fronte ad ogni avversario che sarò chiamato ad affrontare.

S: Passiamo alla preparazione.
Quanto studi al giorno? Ripartisci il tuo tempo nello studio di aperture, mediogioco e finali o hai altre metodiche?
Ti alleni con… i giocatori di casa? Scacchiera o computer?

DR: Non appena ho finito l’esame di maturità, quindi a partire da quest’estate, ho iniziato a dedicare molto più tempo agli scacchi di quanto non avessi mai fatto, fino ad arrivare oggi che mediamente vi dedico 5 o 6 ore al giorno. La maggior parte del tempo la passo davanti al computer a studiare le aperture e a vedere le partite recenti dei forti giocatori, ma per migliorare non basta questo e perciò leggo anche dei libri e ogni tanto mi cimento nel risolvere qualche posizione (tatticismi, finali..) per tenere in allenamento la mente. Comunque ritengo che sia indispensabile tenere aggiornato il proprio repertorio e cercare di ampliarlo sempre più, magari scovando qualche novità e qualche idea nuova. Infatti spesso l’elemento sorpresa in una partita è sufficiente per indirizzare il risultato a proprio favore. Quando posso lavoro con Igor Efimov, che ormai è 7 anni che mi segue, o anche con Viorel Iordachescu, che ho conosciuto al torneo di Reggio Emilia 2006/2007 e che col suo aiuto ha contribuito al mio salto di qualità dell’ultimo anno.

S: Conosciamo molto bene sia Efimov (scritturato da nove squadre del FantaSCACCHI…) sia Iordachescu. Mi pareva d’averlo visto all’Aeroflot e infatti ha chiuso pattando con Timofeev e Sutovsky e chiudendo a 4,5. Mi piacciono molto i giocatori-allenatori.
Detto questo. Quali sono i libri che ti sentiresti di consigliare per migliorare? Su che libri stai lavorando ora? Mi piacerebbe davvero vedere la biblioteca di casa vostra: immagino che papà Andrea, che lavorò a Schach Archiv nella versione italiana abbia un discreto patrimonio da condividere con voi…

DR
: Forse dire discreto patrimonio è addirittura riduttivo, visto che la nostra biblioteca non fa altro che ampliarsi! Effettivamente a mio babbo piace molto comprare i libri di scacchi, ma poi ovviamente bisogna anche che qualcuno li legga. Parlando dei libri ci tengo a dire che uno dei primissimi che ho letto, parlo quindi di circa 8 anni fa, è “Rubinstein, virtuoso della scacchiera” di Razuvaev e Murakhveri, grazie al quale ho iniziato ad apprezzare tantissimo i finali di partita (Rubinstein era un grandissimo esperto di finali e soprattutto di quelli di torre!). In questo momento sto leggendo “Il pensiero creativo” di Dvoretskij e Jusupov e il libro mi sta piacendo tantissimo e lo trovo veramente utile. Infatti Dvoretskij è sicuramente uno dei più grandi allenatori al mondo, quindi qualsiasi suo libro è assolutamente utile per migliorare. Detto questo un libro che consiglio assolutamente di leggere è “Sulle spalle dei giganti” di Marin, nel quale l’autore esalta le migliori qualità di alcuni dei più forti giocatori di tutti i tempi, come ad esempio i finali di torre di Rubinstein, i sacrifici di qualità di Petrosian, gli alfieri di colore contrario nei finali di Karpov, e cosi via. Sempre di Marin mi è piaciuto molto “Secrets of Attacking Chess” (non so se esista l’edizione in italiano), nel quale il forte Grande Maestro illustra alcuni modi per portare a termine un attacco contro il re. Infine consiglio di leggere libri specifici sulle partite dei campioni del mondo del passato, che assicuro non può far altro che migliorarti; ad esempio io ho letto quest’estate il libro “Smyslov’s 125 Selected Games”, scritto dallo stesso ex campione del mondo, con lo scopo specifico di vedere come lui affrontava il mediogioco e i finali, e sono convinto che si è rilevato un lavoro molto utile.

S: Hai accennato a tuo padre. In questi giorni, anche su Scacchierando, si discute, in base ad una dichiarazione di Karpov su Anand, proprio della preparazione con ‘l’amico di silicio’. E non è di tanti anni addietro la polemica sulla presunta morte degli scacchi per corrispondenza. Come vivete in casa questo forte passaggio generazionale – dagli scacchi sui libri agli scacchi al computer?

DR: Effettivamente nemmeno mio babbo è molto contento che io passi così tanto tempo davanti al computer, e infatti non è raro che lui, tornato dal lavoro, mi consegni una scheda di esercizi da risolvere sulla scacchiera, in modo da costringermi a staccarmi per un po’ di tempo “dall’amico di silicio”. Del resto io sono fortunato ad avere a casa mio fratello Axel con il quale posso giocare ogni tanto qualche amichevole per mantenermi in allenamento. A mio giudizio noi giovani non abbiamo risentito di questo passaggio dai libri al computer, perché siamo stati immediatamente abituati a lavorare con il computer, mentre gli scacchisti della vecchia generazione, come appunto Karpov, si rendono conto dell’enorme differenza che c’è oggi rispetto a qualche anno fa. Per citare un esempio noto a tutti, Carlsen è uno che passa sette ore al giorno davanti al computer, ed è già uno dei giocatori più forti al mondo!

S: Parliamo dei tornei. Nei mondiali giovanili hai battuto Iturrizaga (26 mosse da vedere!), nelle semifinali del campionato italiano ti sei… inginocchiato solo a Genocchio ben figurando nelle altre partite e a Bratto hai battuto Korneev e Horvath (tra l’altro giocando con questo una Catalana violentissima) pattando con Godena.
Quale pensi possa essere l’impatto del gioco in un torneo straniero su di te e su di voi “leva dall’89 in poi” in generale? Tra l’altro hai giocato nel N2 francese. Qual è la qualità del gioco in un paese come quello transalpino?

DR: Se ricordo bene le mie prime prestazioni all’estero, ero sempre un po’ timoroso di fare brutta figura, ma con l’esperienza mi sono abituato a giocare senza problemi anche fuori dall’Italia. Sinceramente ritengo che il bello degli scacchi per un giovane sia proprio questo, il poter viaggiare molto, visitare nuove città e diverse nazioni di tutta europa se non del mondo, farsi nuovi amici, e il potersi misurare con forti giocatori di differenti culture. Infatti mi piace tantissimo giocare all’estero e non nego che quando devo scegliere in quale torneo giocatore, come prima cosa guardo che possibilità ci sono all’estero, ma non perché in Italia non ci siano forti tornei, semplicemente perché è tutt’altra emozione il gareggiare all’estero. L’anno scorso ho anche avuto la fortuna di sperimentare l’emozione del giocare nel campionato francese a squadre, nel quale gioco anche quest’anno sempre nell’N2, e la ritengo un’esperienza veramente utile. Da quello che ho potuto vedere penso che il gioco dei francesi sia ancora leggermente superiore a quello nostro, ma ritengo che ogni anno ci avviciniamo sempre di più a loro. Infatti loro hanno diversi Grandi Maestri, ma tra qualche annetto anche l’Italia potrà vantarne qualcuno in più!

S: Ti quoto: tra qualche annetto anche l’Italia potrà vantarne qualcuno in più. Ricordo quando Godena tornò dal militare e fece le norme da Grande Maestro – ottenendo tra l’altro scalpi strepitosi.
Secondo te chi saranno i prossimi? E qual è il risultato che realisticamente pensi di poter ottenere?
Credo che siano in molti ad aver visto un tuo balzo in avanti che sposta le tue quotazioni bene in là…

DR: Penso che i più quotati siano Brunello e Shytaj, e a seguire ci siamo io, Vocaturo, Dvirnyy e mi sento di azzardare Bruno, che nonostante l’età un po’ avanzata rispetto alla nostra ha già due norme e ha assolutamente le qualità per ottenere il titolo. Per quanto mi riguarda sto lavorando tanto per diventare Grande Maestro al più presto, magari in un paio di anni, anche se il mio obiettivo sarebbe in uno solo, e se mai dovessi ottenere il titolo allora punterei ad avvicinarmi il più possibile ai 2600 elo. Infatti da quello che ho capito parlando con diversi Grandi Maestri la vera sfida non è arrivare ai 2500 elo, bensì ai 2600, e per riuscirci bisogna veramente fare un enorme salto di qualità!

S: Beh… Complimenti! Sfida di enorme portata.
Ultime due domande prima delle domande blitz.
Hai parlato in maniera molto interessante del tuo allenamento. Quale potrebbe essere il tuo suggerimento di studio per un NC? E per un… 1910? E per un 2200?

DR: Innanzitutto ritengo che a qualsiasi livello sia indispensabile l’aiuto di un istruttore; poi ovviamente è necessario anche lavorare da soli per migliorarsi. Ad un NC suggerisco di lavorare soprattutto sul medio gioco, visto che a quel livello le partite si decidono specialmente in quella fase della partita, e un modo opportuno per farlo può essere leggendo qualche libro specifico su questo tema. Un 1900 deve già sapersela cavare anche nelle aperture e nei finali, perciò dovrà studiare più seriamente e più tipologie di libri. Infine un 2200 deve avere un buona conoscenza d’aperture, una buona comprensione del medio gioco e una buona conoscenza dei finali, e per fare il salto di qualità non può accontentarsi di leggere i libri e di avere un “qualsiasi” istruttore, ma dovrebbe già andare alla ricerca di un IM, se non GM, disponibile a dargli lezioni.

S: Ottimo. Ultima domanda sul match in corso [domanda posta il 24 ottobre, NdS]. Stai seguendo Anand-Kramnik?

DR: Penso che Kramnik non sia molto in forma, perché altrimenti non si sarebbe fatto rifilare 3 sconfitte su 6 partite, e soprattutto 2 sconfitte col bianco. Comunque Anand sta assolutamente meritando di vincere il titolo e sta rispettando i pronostici.

S: Domande blitz:
1) Chi è il giocatore attivo di cui ami più lo stile al momento?
2) e chi è il campione del mondo che preferisci?
3) E il vice campione secondo te più forte (Bronstein, Korchnoi, ecc.)?
4) Qual è l’apertura che ami di più?
5) Gli scacchi: passione o professione?
6) A quale torneo ti piacerebbe partecipare – o vorresti essere invitato – nel futuro?
7) Qual è la partita che ti piace di più?
8) E la tua partita migliore?

DR: Risposte blitz:
1) Carlsen
2) Fischer
3) Korchnoi
4) Caro-Kann
5) entrambe
6) Aeroflot
7) ce ne sono tante, in particolare alcune di Tal dove sacrifica di tutto
8) la mia contro Edouard Romain, con la quale ho ottenuto la mia terza e definitiva norma di IM.

Un sincero ringraziamento a Denis Rombaldoni, e arrivederci alla prossima intervista!

Denis (sulla sinistra) e Axel Rombaldoni alla scacchiera.

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