Se Bellincampi ti vuole incontrare?
Non sapevo, ed è la verità vera, che ora fosse. Dal mio corpo percepivo solo l’arrivo di minimi segnali di sopravvivenza. Improvvisamente – come improvvisi sono i peccati ai quali non sappiamo resistere – un tormentoso e tormentato suono riempie l’oscura stanza da letto, pregna di stanchezza e di ricerca di pace.
Apro gli occhi con molta fatica: “Dove sono? Che ore sono? Che giorno è oggi? Dio esiste? Dove vado? Perchè esisto? “ sono le domande, fra il nuovo e il persistente scorrere dei pensieri del giorno prima, che affollano la mia testa. Il telefono! Allungo la mano e rispondo: “Dante, corri, il Capo ci vuole vedere stasera…” … poi il vuoto … “Ma chi era al telefono? Chi sconquassava la calda sensazione della leggera coperta autunnale con quella voce forte e perentoria?” Dovevo fare mente locale. Molto calmamente, quasi stancamente, mi alzo, guardo la sveglia: LE 11,25 DEL MATTINO!! ! Ma siamo pazzi? Chi ha osato svegliarmi nel pieno della notte, con il rischio di far rigurgitare le mie ancestrali paure del buio?
Dovevo fare mente locale! Di chi era quella voce… Voce profonda e imperativa: Angelmann! Quindi il “capo” a cui ha fatto riferimento è LUI! Richiamo Angelmann con la consapevolezza che qualcosa di brutto mi stava per capitare.
“Ehi, Angel, come va? Che è questa storia del Capo?”.
“Non fare il solito ‘gnorri, sai bene che LUI ci vuole vedere e sai anche di cosa dobbiamo parlare” (sempre gentile il nostro amico, penso).
Però ha ragione, me lo ero completamente dimenticato. LUI ci aveva contattato, o meglio ci aveva fatto contattare dei suoi arcangeli-cherubini messaggeri (in un turbinio di strombazzamenti e lingue di fuoco), e ci aveva fatto comunicare che a breve ci sarebbe stata una cena per parlare di lavoro. Il termine “lavoro” mi aveva leggermente shockato, a dire il vero, non conoscendone appieno il significato, ma il modo con cui era stato deliberato da LUI non permetteva la messa in discussione della decisione. Quindi il fatidico giorno era arrivato…
Avevo solo poche ore per preparami a questo incontro. Lo so, LUI da una parte e noi, umili, riconoscenti e fedeli segugi, dall’altro capo della grande tavola. Appuntamento alle 20 (PRECISE!!!) davanti al ristorante. La mia proverbiale e abusata scusa del traffico metropolitano per giustificare l’altrettanto usuale e proverbiale ritardo, con LUI non avrebbe funzionato, quindi, per essere certo di arrivare all’appuntamento in orario dovevo uscire, per stare comodo, almeno 2 ore prima delle 20.
Angelmann mi richiama, questa volta è meno sicuro di se, ha la voce leggermente tremolante e piuttosto preoccupata: “Dante, come ci vestiamo?”… Accidenti, me l’ero dimenticato: LUI il pantaloncino e la ciabatta non li sopporta; stonano con il suo borsello di pelle di scacchista che porta sempre con se! Cerco affannosamente il necessario per apparire almeno un essere umano degno di questo nome e per togliermi di dosso la pelle d’orso che mi ricopre da anni… Lo trovo: un finto sbadato casual di griffe sovrapposte che nell’insieme – dopo essermi sbarbato a fondo – fanno di me il vero signorino, un po’ timido, che sono.
Per essere alle 20 PRECISE al ristorante, esco alle 18, dovrei farcela, sono 15 km di distanza, c’e’ abbastanza margine. Alle 18 e 20 sono al ristorante, Angelmann era lì da un’ora circa. Il ristorante piano piano si anima di tutte le sue componenti, alcuni di queste cominciano a correre disperate a destra e a sinistra, sotto gli ordini di un pignolissimo uomo: LUI HA TELEFONATO PER PRENOTARE! Alle 19.45 tutto è pronto: l’occhio di bue puntato sulla strada d’accesso; due ali di camerieri lindi e luccicanti, e il proprietario, in perfetto stile Fred Astaire, si muove come una libellula tra i suoi dipendenti. Improvvisamente si ode da lontano un sonoro rullo di tamburi, et voilà eccolo apparire in tutta la sua magnificenza: il terrore dello scacchismo internazionale, lo spirito guida delle giovani leve, l’archè della critica scacchistica via web, il prototipo del “se volessi rinascere vorrei essere come lui”. Signori, Stefano Bellincampi!
Angelmann, perduto ogni ritegno, si getta ai suoi piedi, io mi limito a baciargli la mano. Ci si siede circondati da fanciulle con anfore e velocissimi camerieri che in un batter baleno ci permettono di assaggiare cose incredibili. Tra turbinii di cozze alla marinara e polipetti in umido; tra polpa di granchio in insalata di aceto e alicette marinate, il Capo, rispondendo continuamente ai suoi tre telefonini, stabilisce quelle che saranno le regole per il 2010 di Scacchierando.
Scacchierando si da una svolta, e decide di istituzionalizzare quanto di fatto, magari solo nelle intenzioni, esiste già da sempre: DAL PURO VOLONTARIATO, SI PASSERÀ AL VOLONTARIATO PURO! Volontariato che non è sinonimo di dilettantismo, anzi, proprio alimentati dalla passione della “giustezza” delle intenzioni, sarà altamente professionale. Si vaglieranno severamente e in modo più congruo le manifestazioni nazionali ed internazionali e si darà voce a tutti coloro che vorranno parlare onestamente di scacchi. Sarà uno spazio aperto a tutti coloro che in buona fede vorranno divulgare le iniziative atte allo sviluppo degli scacchi. Vorrà essere definitivamente “la voce”, libera e senza condizionamenti di NESSUN GENERE, da dove poter ascoltare i diversi punti di vista di ogni componente dello scacchismo. Si cercheranno di promuovere appunto le iniziative più meritevoli e si cercherà di porsi in posizione equidistante fra i giocatori e la “politica scacchistica”. Si parlerà di tornei, alloggi e si darà spazio, ogni tanto, alle demenze di qualche pazzoide che crede di saper scrivere, pubblicandogli starnazzanti resoconti di fantasmagorici tornei che lo hanno visto perdente come al solito. Scacchierando insomma vorrà essere quello che è per tutti ora: un serio e professionale punto di osservazione-riferimento per lo scacchismo italiano (e straniero, perché no?).
Alla fine della declamazione della nuova e definitiva stesura della “bibbia” di Scacchierando, arriva l’annuncio da parte del Capo: “Questa sera siete miei ospiti”… Impossibile, penso, non credo alle sue parole, per la prima volta la forte fede vacilla. Invece, meraviglia delle meraviglie, il conto lo paga LUI. Un solo piccolo sospetto: il proprietario del ristorante è un giocatore di scacchi????
Stefano Bellincampi, Fondatore e Presidente di Scacchierando
Il dibattito assorbe tutte le nostre energie…
Angelmann é talmente assorto nella riflessione da non toccare praticamente nè cibo nè bevande…
Cena a base di pesce… Certo, ma un po’ di porceddu sardo non guasta!
Stefano indica la strada del futuro…
Il cameriere é ben conscio della grandezza del momento…